Il governo Meloni: grave è la funzione di soffietto del servizio pubblico radio-televisivo
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Il governo Meloni: grave è la funzione di soffietto del servizio pubblico radio-televisivo

La Presidente è sicura di un sostegno incondizionato specie da parte delle TV. Grave è la funzione di soffietto del servizio pubblico radio-televisivo e dell’assenza di qualunque accenno critico

Il governo Meloni: grave è la funzione di soffietto del servizio pubblico radio-televisivo
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Nuccio Fava Modifica articolo

19 Dicembre 2023 - 01.25


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A pochi giorni dalla festa del Santo Natale mi ritrovo con uno stato d’animo segnato da timori e incertezza.

Le immagini che scorrono sui telegiornali della guerra sparsa nel mondo riportano alla memoria ricordi della mia infanzia e adolescenza.

Ancora fanciullo, era la fine della II° guerra mondiale, stavo con la mia famiglia in un paesino della estrema Calabria Ionica di fronte alla Sicilia. Mio padre era ufficiale medico ed ancor prima che nascessi era stato fatto prigioniero in Etiopa da saldati indiani al servizio della regina inglese. Anche dopo la conclusione con l’armistizio di Cassibile e la precarietà delle vicende dell’8 settembre, mio padre non tornava e incerte erano le comunicazioni. La mamma, che lo aspettava da ormai 8 anni, ci rassicurava e ci raccomandava di non consumare la frutta fresca che andava preservata per il ritorno, imminente ma incerto, di papà. Ci era consentito mangiarla solo quando cominciava ad annerire ed invecchiare. Quando sentivo passare gli aerei, ero solito guardare dietro gli scuri del finestrone di casa i bombardamenti sullo stretto che colpivano Messina e il suo porto. Ricordi e paure che è impossibile dimenticare.

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Tutto ciò mi accompagna mentre vedo le orribili scene dei conflitti, ascoltando le parole di coloro che li guidano irresponsabilmente. Il faccione ben rasato di Netanyahu annuncia, compiaciuto, che la guerra deve continuare fino all’estremo annientamento di Hamas, dopo che il suo stesso fronte per errore ha ucciso tre ostaggi israeliani. Nelle stesse ore Putin annunzia la sua ennesima candidatura a presidente della Russia, e dichiara in pompa magna che la guerra in Ucraina potrà finire solo quando tutti gli obiettivi di Mosca saranno raggiunti. L’accostamento dei due leader è forse eccessivo ma mostra l’allontanamento da ogni possibile tregua e lo smarrirsi di ogni pur piccolo sentimento di fiducia, di affidabilità reciproca e di speranza di pace. 

Intanto le vittime civili crescono a migliaia come quelle addirittura che si erano riparate, con bambini in braccio, alla ricerca di cibo e di qualche bottiglia d’acqua. Proprio sul fronte mediorientale è certo da tenere sempre ben presente la caratterizzazione terroristica di Hamas, le sue devastanti azioni feroci e disumane. Anche se la sua sconfitta sarà in qualche misura alla fine ottenibile, non ci si può fare però fare facili illusioni sul superamento di un clima di avversione, di spirito di vendetta e di reciproco odio rafforzatosi dopo tante crudeltà, ingiustizie e sopraffazioni su entrambi i fronti. L’odio ha radici profonde, come insegna anche la storia del terrorismo e delle BR in Italia, proprio nei giorni in cui si spegne a Parigi il leader di autonomia operaia il professor padovano Toni Negri, illustre intellettuale ma anche teorico della lotta armata, rifugiatosi in Francia da molti anni grazie alla dottrina Mitterand.

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Purtroppo, le guerre sono sempre più spietate ed invincibili e avanza addirittura, da varie parti, l’ipotesi di un possibile ricorso al nucleare che sarebbe il massimo punto di barbarie e di follia, comportando, se attuato, la scomparsa di buona parte del genere umano. Uno scenario sconvolgente che anche un pazzo rifiuterebbero come soluzione ingiusta e incomprensione. Una situazione quindi tragica, conseguenza di sogni di potenza e di scelte disumane che riportano alla memoria i crimini contro l’umanità perpetuati dal nazifascismo. 

In questo clima internazionale la condizione dell’Italia non può che preoccupare. Ci interroga la violenza fisica spesso espressa anche tra i banchi e all’uscita delle scuole con il costante aumento di reati di bullismo  e l’esercizio della violenza fisica, che troppo spesso vede come vittime le ragazze. È certo che anche i piani di lavoro adulti verificano drammaticamente incomprensioni e volgarità. Colpisce ad esempio l’attacco del presidente del Senato al presidente della Repubblica. La Russa ha infatti sostenuto che la riforma istituzionale con il primariato del presidente del Consiglio potrebbe ridimensionare i poteri del capo dello Stato e rendere più efficiente e tempestiva l’azione del capo del Governo. Mentre la Presidente del Consiglio tace su tutto il fronte. Dal palco di Atreju, ha rievocato la solita propaganda antimigrante sventolata a più non posso quando era all’opposizione. Alla festa del suo partito la Meloni ha mostrato con ambizione la presenza e l’intervento dei suoi commilitoni, tutti schierati all’unisono per sostenerla e porla nel gradino più alto.

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La Presidente è sicura di un sostegno incondizionato specie da parte delle TV. Grave è la funzione di soffietto del servizio pubblico radio-televisivo e dell’assenza di qualunque accenno critico sulla sconcertante dipendenza dei telegiornali a suggerimenti di medici e amici per tenere fermo il barcone del Governo nonostante le acque agitate. 

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