Amato lascia la presidenza della commissione algoritmi: "Visto che Meloni non mi aveva voluto..."
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Amato lascia la presidenza della commissione algoritmi: "Visto che Meloni non mi aveva voluto..."

Giuliano Amato lascia la presidenza della Commissione algoritmi. Ad annunciarlo, all'indomani della conferenza stampa di `inizio anno´ della premier Giorgia Meloni

Amato lascia la presidenza della commissione algoritmi: "Visto che Meloni non mi aveva voluto..."
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5 Gennaio 2024 - 12.50


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Una conferenza stampa che ha lasciato il segno. Giuliano Amato lascia la presidenza della Commissione algoritmi. Ad annunciarlo, all’indomani della conferenza stampa di `inizio anno´ della premier Giorgia Meloni, è lo stesso ex presidente del Consiglio in un colloquio con il Corriere della Sera: l’organismo in questione, istituito per studiare rischi e opportunità legati all’intelligenza artificiale, «è una commissione della presidenza del Consiglio, e visto che la mia nomina non risulta essere un’iniziativa della presidente del Consiglio lascio senz’altro l’incarico». «Peccato, ci perdono qualcosa… Ma a me semplificherà la vita», aggiunge il costituzionalista.

Amato, ieri finito nel `mirino´ della premier per una recente intervista a Repubblica in cui avanzava dubbi e preoccupazioni per il nuovo anno, sostiene di non aver «assolutamente parlato dell’elezione dei giudici della Corte» Costituzionale. «Ho evidenziato un altro problema, come sa chi ha letto davvero l’intervista. Ho parlato dell’accoglienza delle decisioni della Corte, chiunque l’abbia eletta, e ad oggi in Italia non è mai stata la Presidente del Consiglio a porre questa questione. Hanno cominciato altri esponenti della sua maggioranza, ma non lei».

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Amato nell’intervista commentata da Meloni aveva anche parlato del rischio che le Corti Costituzionali siano additate come nemiche della collettività, citando il caso della Polonia, e «ho pure detto che da noi quello che è accaduto lì ora è inconcepibile». «Certo potrebbe accadere perché non c’è nulla che lo impedisca, ma ora è ritenuto inconcepibile», ribadisce.

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