Gianni Cuperlo, intervistato da La Repubblica, ha lanciato un allarme sullo stato del Pd, ormai svuotato della base in favore di pochi eletti. Cuperlo ha così lanciato un appello alla segreteria: ”Bisogna ricostruire il Partito democratico per salvarlo”. L’esempio è quanto emerso in Puglia, segno di una “rimozione etica e politica che va affrontata”.
“Secondo me non si può più rinviare un discorso di verità sul partito nuovo, troppe volte promesso e mai realizzato. Se si continua a cavalcare l`idea che il partito organizzato, finanziato e partecipato non serve più perché a contare sono solo gli eletti col loro patrimonio di voti e relazioni la conseguenza per la sinistra è smarrire l`anima”.
“Ricostruire il Pd è la condizione per metterlo in sicurezza. Lo dobbiamo ai nostri iscritti, ai segretari che fanno miracoli per tenere i circoli aperti, agli elettori e amministratori che continuano a credere in noi. Penso che serva una regola: tutti gli organismi dirigenti dovrebbero essere composti per metà da non eletti nelle istituzioni, riaprendo anche così il nostro modo di discutere a quelle parti di società che in questi anni sono rimaste ai margini o letteralmente escluse”.
“Ricostruire il Partito democratico per salvarlo. Dobbiamo farlo perché il Pd oggi più che mai serve, di fronte a questa destra e alla guerra. C’è stata una rimozione per tutti i 17 anni di vita del Pd. Nel frattempo si sono svuotate le sedi, si è pensato che quelli che il partito lo costruivano dal basso fossero una zavorra. Ma così in troppe realtà lo si è lasciato nelle mani dei potenti del luogo, di chi in virtù di una carica elettiva ha concentrato ogni scelta, senza rispondere a nessuno se non sé stesso e a una cerchia di sodali”.