La mossa di Meloni ad Atreju e il ddl Delrio mostrano le divisioni profonde che lacerano il centrosinistra italiano
Top

La mossa di Meloni ad Atreju e il ddl Delrio mostrano le divisioni profonde che lacerano il centrosinistra italiano

È durata solo una quindicina di giorni la speranza di avere costruito finalmente un’alternativa credibile al governo di destra in Italia.

La mossa di Meloni ad Atreju e il ddl Delrio mostrano le divisioni profonde che lacerano il centrosinistra italiano
Preroll

globalist Modifica articolo

7 Dicembre 2025 - 11.07


ATF

di Carlo Cotticelli

È durata solo una quindicina di giorni la speranza di avere costruito finalmente un’alternativa credibile al governo di destra in Italia: è bastata una giocata di astuzia della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni per un invito alla festa di Atreyu per evidenziare e amplificare le spaccature all’interno della coalizione tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle, con la segretaria del Partito Democratico che rifiuta l’invito prima accettato di partecipare a un dibattito con la Presidente del Consiglio che però, con un colpo di teatro, invita allo stesso pure Conte che non si tira indietro certificando la volontà di concorrere alla leadership del centro sinistra isolando la Schlein.

Poi ci si mette un disegno di legge proposto dal senatore Delrio sull’antisemitismo non concordato né col capogruppo al Senato Boccia e quindi neanche con i vertici del partito ed ecco che su una questione che era un caposaldo della storia della sinistra anche di derivazione marxista, ovvero il comunismo che avrebbe annullato tutte le differenze non solo economiche ma anche religiose ed etniche, si spacca il partito dimostrando tutte le fragilità di un partito e di una coalizione che davanti a una questione rischia di frantumarsi.

Leggi anche:  Schlein rilancia il ruolo centrale del Pd e chiede unità per costruire un’alternativa vincente sulla destra

La questione è delicata in quanto il ddl Delrio condanna l’antisemitismo e le critiche allo Stato di Israele, ma non al governo e ci mancherebbe aggiungo, ma la linea di demarcazione sulle critiche per molti dirigenti del PD non è chiara tanto da apparire una concessione a quella parte di elettorato molto critica con la condizione e la posizione della Schlein sulla questione palestinese, troppo appiattita sulle posizioni dei Cinque Stelle in nome dell’alleanza ma poi gli stessi, vedi caso Atreyu di cui abbiamo parlato all’inizio, non sono altrettanto attenti alle esigenze del PD e del suo gruppo dirigente.


Resta il fatto che da una parte un ddl di così rilevante importanza deve essere discusso nei gruppi se not nella direzione del partito perché è una posizione politica molto forte che spacca l’alleanza e divide l’elettorato quindi, al netto delle critiche alla segreteria PD sulla questione Israele, doveva essere discussa in altre sedi e non con un blitz di questo tipo.

Leggi anche:  Schlein rilancia il ruolo centrale del Pd e chiede unità per costruire un’alternativa vincente sulla destra

Dall’altra si resta disorientati dal fatto che appena la scorsa settimana si sono tenute due assemblee di aree del PD, a questo punto le definirei correnti, che invece di parlare di queste questioni così importanti hanno parlato di posizionamenti, candidature e cose inutili che relegano appunto un’area di pensiero a essere solo un gruppo di potere ad uso interno mortificando la passione e l’impegno di migliaia di persone.


La questione Israele-Palestina crea grossi problemi e divisioni nella sinistra e una vicenda di questo genere, se mal gestita rincorrendo i sentimenti del momento, può fare deflagrare il PD ancora una volta.

Native

Articoli correlati