Con l’ingresso di Bonaccini e della sua area nella maggioranza del partito, Elly Schlein eviterà il congresso anticipato del Pd e potrà sostenere senza grossi problemi la sua testarda e tenace costruzione del ”campo largo” in alternativa al governo di Giorgia Meloni.
Era importante incassare il sostegno interno perché così, allargatasi la maggioranza che la sostiene, ora potrà iniziare la seconda fase, quella nella quale dovrà farsi accettare anche dai suoi alleati come leader e candidata premier del centrosinistra. Certo non è facile trattare con Giuseppe Conte che anche ieri alla festa di Atreju ha detto che non c’è nessuna alleanza consolidata a sinistra, omettendo che l’alleanza con il Partito Democratico per la prima volta nella storia del MoVimento 5 Stelle ha dato la possibilità a quest’ultimo di avere due presidenze di regione con la Sardegna e la Campania malgrado risultati di lista non esaltanti.
All’assemblea del Pd la segretaria ha evidenziato i temi sui quali incalzerà la destra: il lavoro, le politiche sociali, il caro vita e l’istruzione, spostando definitivamente il partito su una linea di sinistra sociale per tentare di recuperare il peggior nemico della sinistra: l’astensionismo, perché senza il recupero di una parte dell’elettorato che non va a votare sarà difficile colmare il distacco con una destra che comunque, al di là delle parole di facciata, inizia a percepire una erosione di fiducia da parte dell’elettorato.
Certo il cammino di Elly Schlein non sarà facile anche perché il contesto internazionale non è favorevole alla sinistra, ma i risultati delle elezioni parziali in America, con tutte vittorie democratiche, possono aiutarla nei prossimi mesi prima delle elezioni, con una ripresa di tutte le forze progressiste che possono arginare la destra di stampo trumpiano favorendo la coesione delle alleanze.
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