Se il distanziamento sociale ha fatto raddoppiare i casi di encefalite da zecca
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Se il distanziamento sociale ha fatto raddoppiare i casi di encefalite da zecca

Solo nelle ultime 4 settimane i casi emersi sono stati 124, contro i 59 del 2019, rileva l'Ufsp nel bollettino settimanale pubblicato oggi.

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14 Luglio 2020 - 07.23


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Un boom delle encefaliti da zecca come possibile ‘effetto indiretto’ della pandemia di Covid-19. E’ l’ipotesi avanzata dagli esperti dell’Ufficio federale della sanità pubblica (Ufsp) in Svizzera, dove dall’inizio del 2020 sono 215 i casi di encefalite da zecca registrati dall’autorità sanitaria, pari a oltre il doppio di quelli osservati un anno fa (97). “Meteo e coronavirus potrebbero essere all’origine di questo consistente aumento”, sostengono gli specialisti.

Solo nelle ultime 4 settimane i casi emersi sono stati 124, contro i 59 del 2019, rileva l’Ufsp nel bollettino settimanale pubblicato oggi. E il totale sino a fine giugno è il secondo valore più alto dal 2000, sottolineano i sanitari ricordando che in generaleil periodo in cui le zecche sono particolarmente attive va da marzo a novembre. Secondo la Confederazione elvetica, “è probabile che le condizioni meteorologiche favorevoli e le regole di distanziamento sociale imposte per fronteggiare l’epidemia” di Sars-CoV-2 “abbiano spinto più persone del solito a uscire nella natura. Non è inoltre da escludere che le misure di semiconfinamento abbiano impedito ad alcuni di farsi vaccinare”.

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In giugno il numero di consultazioni per punture di zecca ha superato quello record del 2018: dall’inizio dell’anno sono state censite 19.600 visite mediche, riferisce l’Ufsp.

L’Ufficio elvetico ricorda che “è importante vaccinarsi per proteggersi contro la meningoencefalite primaverile-estiva da zecche (Fsme), malattia che può anche avere un decorso grave”. Lo strumento della profilassi “è particolarmente raccomandato alle persone dai 6 anni in su, che vivono in regioni a rischio”. Non esiste invece un vaccino contro la borreliosi, un’altra malattia trasmessa dalle zecche. E’ causata da batteri e può essere trattata con antibiotici, ma spesso passa inosservata, avvertono i sanitari svizzeri.

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