Abrignani (Cts): "AstraZeneca e J&J non sono adatti ai richiami anti-Covid futuri", ecco perché
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Abrignani (Cts): "AstraZeneca e J&J non sono adatti ai richiami anti-Covid futuri", ecco perché

L’immunologo: “Non giocheranno un ruolo importante nella lotta al Covid, perché l’organismo si immunizza anche rispetto allo stesso adenovirus, neutralizzando il vaccino stesso"

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15 Aprile 2021 - 09.12


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L’immunologo Sergio Abrignani, ordinario di Patologia all’università di Milano e membro del Comitato tecnico scientifico, ha parlato al Manifesto dei vaccini adenovirali  avvertendo che in futuro “non giocheranno un ruolo importante nella lotta al Covid, perché l’organismo si immunizza anche rispetto allo stesso adenovirus, neutralizzando il vaccino stesso. Non sono adatti per i richiami che serviranno dopo l’attuale campagna vaccinale”.

Ha poi continuato: “Dobbiamo continuare a usare i vaccini AstraZeneca e Johnson & Johnson, perché ne abbiamo bisogno, occorre vaccinare il più possibile. Fa bene l’Europa a usarli al di sopra dei 60 anni, come sta avvenendo. Non sarà l’Ema a introdurre soglie di età, lo faranno i governi”. 

“Potrei sbagliarmi – ha detto Abrignani – ma credo che l’uso del vaccino Johnson & Johnson sarà fortemente limitato dalla Fda. Negli Usa, il rischio di eventuali cause legali da parte dei pazienti è molto temuto. E poi non hanno così tanto bisogno del vaccino Johnson & Johnson. Gli Usa hanno già immunizzato 120 milioni di persone grazie a un approvvigionamento regolare di vaccini Pfizer e Moderna. E presto arriverà anche il vaccino Novavax, che è stato interamente finanziato dal governo statunitense”.

“L’Unione europea – ha continuato il patologo – in questo momento ha bisogno di sicurezze. E queste possono venire dai vaccini a Rna, come Pfizer e Moderna, o a base di proteine ricombinanti, come Novavax. Oggi è facile accusare l’Ue, che avrebbe ‘puntato’ su AstraZeneca e Johnson & Johnson. Ma quelli erano i vaccini disponibili. Ora penso che l’Europa faccia bene a usare questi vaccini al di sopra dei 60 anni, come sta avvenendo. Siccome con il vaccino Johnson & Johnson il problema sembra essere lo stesso di AstraZeneca, anche se con un’incidenza minore, prevedo che anche da noi quel vaccino sarà utilizzato al di sopra dei 60 anni. L’Europa ha bisogno di vaccinare il più possibile, quindi si andrà in quella direzione. Non sarà l’Ema, che si limita a valutare rischi e benefici, a introdurre soglie di età. Lo faranno i governi”.

Quanto ai ricercatori tedeschi che ritengono di aver trovato una possibile spiegazione che lega il vaccino alle trombosi, “da ricercatore tutto suggerisce che l’ipotesi tedesca sia molto convincente e che quella potrebbe essere davvero la causa. Quel che si osserva assomiglia molto alla trombosi trombocitopenica da uso di eparina, anche se in questo caso non c’è l’eparina a scatenarla ma l’adenovirus. Dimostrarlo non sarà facile: per studiare altri casi occorrerebbe che altri 50-100 nuovi pazienti sviluppino la stessa trombosi. Perché ciò accada, dovremmo continuare a vaccinare decine o centinaia di milioni di persone giovani, cosa che abbiamo deciso di non fare più. Perciò potremmo rimanere a lungo senza sapere esattamente quale sia la causa. A meno che non si scopra un modello animale per studiarla”.

 

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