L’Italia centra il terzo posto nella classifica a punti dei Mondiali indoor di Glasgow, la tabella che misura la profondità della squadra e il suo rendimento complessivo. Gli azzurri totalizzano 50 punti nelle tre giornate dell’evento: non erano mai stati così tanti – sottolinea la Fidal – nelle diciotto edizioni precedenti dei mondiali al coperto.
Meglio dell’Italia, soltanto gli Stati Uniti che dominano con 195 punti, e la Gran Bretagna, seconda con 51, uno in più dell’Italia, superata proprio nella gara conclusiva dei 1500 metri femminili.
Il Team Italy ha collezionato la cifra-record di 11 finalisti, intesi come piazzamenti tra i primi otto: in passato erano stati al massimo 9 nel 1985 e nel 1989. Le quattro medaglie – i due argenti di Mattia Furlani nel lungo e Lorenzo Simonelli nei 60hs, i due bronzi di Leonardo Fabbri nel peso e Zaynab Dosso nei 60 – valgono il 16/o posto nel medagliere, dove svettano gli Usa con 6-9-5.
«Avevo chiesto una verifica e verifica c’è stata – le parole del dt, Antonio La Torre -. Il messaggio che parte da questa Nazionale è dirompente e non riguarda soltanto l’atletica. Questi giovani sanno di poter cambiare le cose attraverso il loro talento. Fabbri capitano perfetto, Furlani arriva da Marte, Simonelli con sana sfrontatezza davanti a Mr. Imbattuto, Dosso `storica´, e per una volta spendo questa parola che non uso spesso: bisogna tornare indietro a Giuseppina Leone, agli anni ’60. Cos’è cambiato? Adesso le lacrime sono di rabbia per un oro mancato, semmai. Non per cercare scuse»