Leader populisti o covenditori di tappeti
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Leader populisti o covenditori di tappeti

l Vangelo odierno:…

Leader populisti o covenditori di tappeti
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Rocco D'Ambrosio Modifica articolo

6 Dicembre 2025 - 14.54


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l Vangelo odierno: In quei giorni, venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea dicendo: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!». Egli infatti è colui del quale aveva parlato il profeta Isaìa quando disse: «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!».
E lui, Giovanni, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico. Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.
Vedendo molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all’ira imminente? Fate dunque un frutto degno della conversione, e non crediate di poter dire dentro di voi: “Abbiamo Abramo per padre!”. Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo. Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Io vi battezzo nell’acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».
(Mt 3, 1-12 – II avvento A).

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Il Vangelo, di questa domenica, ci presenta un leader di classe: Giovanni il Battista; un esempio da seguire nell’esercizio del potere, laico o religioso che sia. Giovanni Battista fu un leader autentico e probo. La scena italiana e internazionale demoralizza molto perché di leader per bene e competenti ce ne sono pochi, molto pochi, in alcuni contesti se ne salva uno è pure troppo. La maggioranza (o quasi) è fatta di populisti, venditori di tappeti, finti salvatori della patria, ingordi di denaro e potere, corrotti e via discorrendo. 

Sul Battista propongo tre sintetiche riflessioni: lo stile, la franchezza, l’umiltà.

Lo stile. Scrive Matteo: “Giovanni, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico”. Facendo la doverosa traduzione storico-culturale, diremmo che era un uomo essenziale, ovvero senza fronzoli. Essere leader comporta un carico di responsabilità, attenzioni, cure, strategie: altro che fronzoli e chiacchiere! Se uno esercita le sue responsabilità fino in fondo non ha tempo per fronzoli e chiacchiere. Se invece perde tempo con vanità e stupidità (compreso un certo uso dei social media), molto probabilmente vuol dire che è un pessimo leader.     

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La franchezza. Giovanni è una voce forte; è diretto, usa discorsi semplici e duri: “disse loro: «Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all’ira imminente? … non crediate di poter dire dentro di voi: “Abbiamo Abramo per padre!”. Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo. Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco”. Non sono parole misurate con il criterio dell’opportunità. Non a caso il termine “inopportuno” sembra essere uno dei più citati, in un certo gergo ecclesiastico, quando vengono valutate persone e realtà comunitarie profetiche. Un esempio per tutti: Lorenzo Milani. Era considerato “inopportuno” per il suo stile, la sua profezia e al sua testimonianza. A coloro che tentano di riportare il discorso sui tanti tradimenti del Vaticano II, spesso li attende la qualifica di inopportuni e il divieto di parlarne, discutere, fare chiarezza e discernimento, proporre nuovi modelli pastorali, esercitare la vigilanza e la profezia sulla Chiesa e sul mondo, in tutti i loro ambiti. Con presupposti diversi, lo stesso succede a chi, in contesti civili e politici, ricorda la Costituzione, la Dichiarazione dei Diritti Umani delle NU e via discorrendo.

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L’umiltà. In un’opera grande e coraggiosa come quella del Battista, ci vuole tanta umiltà per affermare: “Colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali”. I leader falsi e perversi pensano, anche se non sempre lo dicono: “dopo di me… il diluvio! – come me non c’è nessuno – sono gli altri che mi devono servire” e via discorrendo. Il sentirsi “tassello” di un’opera più grande, il sentirsi parte di una storia più grande, rende grandi. Il sentirsi inizio e fine della storia rende profondamente stupidi. I leader se voglio essere autentici e saggi devono essere umili, altrimenti diventano stupidi e sciocchi.

Pensiamoci un attimo prima di mettere, alla napoletana maniera, le statuine dei leader attuali nel presepe: sono veramente pochi quelli degni di entrare ad adorare il Bambino. Il Vangelo ci ricorda che, oltre ai suoi genitori, c’erano solo alcuni pastori e, poi, i tre magi. La dice lunga in termini di autentica leadership.

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