Leone XIV richiama il mondo alla pace: un appello civile in un anno di conflitti
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Leone XIV richiama il mondo alla pace: un appello civile in un anno di conflitti

In un anno segnato da guerre, crisi internazionali e tensioni sociali, Leone XIV torna in Piazza Mignanelli per un gesto che supera il quadro religioso e si trasforma in un forte appello civile alla pace, alla dignità umana

Leone XIV richiama il mondo alla pace: un appello civile in un anno di conflitti
Papa Leone XIV
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8 Dicembre 2025 - 19.29


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In un anno segnato da guerre, crisi internazionali e tensioni sociali, Leone XIV torna in Piazza Mignanelli per un gesto che supera il quadro religioso e si trasforma in un forte appello civile alla pace, alla dignità umana e alla responsabilità collettiva. Il Pontefice depone una corona di rose bianche ai piedi del monumento all’Immacolata, ma al centro del suo intervento c’è soprattutto l’urgenza di fermare un mondo “provato, talvolta schiacciato”. È da qui che parte il suo invito più netto, pronunciato davanti alla folla assiepata: “Rifiorisca la dignità, si educhi alla non violenza, si impari l’arte della riconciliazione”.

L’atmosfera è quella dei grandi eventi civili: circa trentamila persone si sono radunate nel cuore di Roma, non tutte spinte dalla devozione religiosa. Molti cercano un momento di respiro comune, un orizzonte di senso in un 2025 che continua a essere segnato da conflitti e instabilità. Il Papa arriva nel pomeriggio, accolto dal sindaco Roberto Gualtieri e dalle autorità cittadine. L’applauso che si solleva non è soltanto rituale: è il segnale di un Paese che attende parole capaci di rimettere al centro il valore della pace come bene collettivo.

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Indossata la stola, Leone XIV pronuncia una preghiera che, nel contenuto, assume i toni di un manifesto etico rivolto alla società intera: “Un’umanità provata, talvolta schiacciata, umile come la terra da cui Dio l’ha plasmata e in cui non cessa di soffiare il suo Spirito di vita”. Poco dopo arriva il passaggio più chiaramente orientato alla responsabilità civile: “Dopo le porte sante, si aprano ora altre porte di case e oasi di pace in cui rifiorisca la dignità, si educhi alla non violenza, si impari l’arte della riconciliazione”. Un richiamo che si traduce nell’invito a costruire veri spazi di convivenza, inclusione e protezione: infrastrutture sociali che contrastino la logica del conflitto.

Leone XIV invita anche Roma e le comunità territoriali a trovare risposte nuove alle sfide contemporanee: “Ispira nuove intuizioni alla Chiesa che in Roma cammina e alle Chiese particolari che in ogni contesto raccolgono le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei nostri contemporanei, dei poveri soprattutto, e di tutti coloro che soffrono”. Un messaggio che, in chiave laica, richiama politiche capaci di includere, sostenere e proteggere chi è più vulnerabile.

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Come ogni anno, il Papa si ferma a lungo con i presenti: anziani, malati, famiglie, cittadini arrivati da altre regioni. Molti non cercano un gesto religioso, ma un segno di attenzione e di pace. “Prega per me, per tutti, per la pace nel mondo”, chiede Giovanna a voce bassa. Alfonso, giunto dalla Calabria, confida al Papa: “Ho fatto un sogno, che lei farà finire la guerra”. E aggiunge: “Sono sicuro che succederà”.

Quando Leone XIV lascia Piazza Mignanelli, resta la sensazione che il suo intervento abbia assunto un valore civile oltre che spirituale. Il richiamo alla pace è risuonato come una presa di posizione pubblica, un invito pressante a mettere dignità, non violenza e riconciliazione al centro della vita sociale e politica. In un tempo in cui la pace sembra lontana, il Papa ha trasformato un gesto simbolico in una dichiarazione universale: ricordare che la pace non è un auspicio astratto, ma un’urgenza concreta che riguarda tutti.

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