Tutte le bugie sull'Afghanistan
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Tutte le bugie sull'Afghanistan

In Parlamento ci ha raccontato il paese degli Stati Maggiori e dei contabili, ma la trincea è ben altro, come aveva visto anche militare morto ieri. [Ennio Remondino]

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Ennio Remondino Modifica articolo

26 Luglio 2011 - 18.03


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di Ennio Remondino

Ma di che Afghanistan ci stanno raccontando? Manco di fronte a 41 morti, l’ultimo, il caporalmaggiore David Tobini sta ancora cercando sepoltura, scatta il ritegno alla bugia. In Parlamento il governo ci ha raccontato l’Afghanistan degli Stati Maggiori e dei contabili di Tremonti: 200 milioni di euro in meno per le missioni militari italiane ma, assicura il ministro La Russa, “non sono diminuite neanche di una virgola le risorse destinate alla sicurezza dei militari”. Miracolo italiano. Come per gli automezzi blindati Lince, a loro volta ormai inadeguati, mandati sul campo soltanto al ventesimo morto. Inoltre in Afghanistan la leggenda degli “Italiani brava gente”, non è ancora arrivata. Manca la favola e quelli ci sparano addosso chiedendosi cosa ci facciamo a casa loro.

L’Afghanistan che aveva imparato a conoscere, nei suoi pattugliamenti, il caporalmaggiore David Tobini è ben altro. L’Afghanistan impossibile dove qualsiasi esercito organizzato è sempre stato sconfitto, a partire dai non tenerelli inglesi sino agli ultimo sovietici. Debole in storia, il ministro la Russa si rifugia nel politichese: “In Afghanistan dobbiamo valutare nel 2012 una modifica dell’impegno, non intesa come ritirata, ma proprio per il successo che ha avuto la nostra missione”. Poteva anche raccontarci che quella di Caporetto è stata una “ritirata strategica”. “Modifica dell’impegno” ci rassicura il Cadorna La Russa, contraddicendo americani e francesi che la ritirata la stanno organizzando da tempo.

Torniamo ai numeri. 200 milioni di euro in meno con 15 milioni in più per l’Afghanistan. Aritmetica audace. Si taglia dove si può: su Libano e Libia, ad esempio, con grande gioia della Lega che ingoia tutto nella speranza di qualche migrante in meno da Lampedusa alla Padania. Comunque, il costo del secondo semestre per le missioni italiane all’estero scende da 811 a 694 milioni. La spesa per la Libia scenderà da 142 milioni (per questi tre mesi) a meno di 60 milioni. In Libano il risparmio sarà di 10 milioni con una riduzione dell’impegno per 600 soldati italiani. Continua l’esercitazione numerica ma, dei 9950 militari attualmente impegnati, solo 2078 torneranno a casa entro fine anno. Purché non sembri una ritirata!

Un giorno, caro comandante La Russa, le racconteremo cosa è realmente l’Afghanistan. Quello nei villaggi, dei deserti delle montagne himalaiane, quello lontano dalle caserme fortilizio dentro cui venite accolti, voi politici, da militari schierati e incazzati. L’Afghanistan vissuto da alcuni di noi cronisti, prima dell’arrivo degli eserciti di “liberazione”. L’Afghanistan degli amici sbagliati che noi occidentali sappiamo sceglierci con tanta accortezza. L’Afghanistan della miseria più assoluta, quello dei Signori della guerra e quello del papavero da oppio. Quell’Afghanistan misterioso che, grazie a noi liberatori incapaci, ha trasformato gli odiati Taliban della presa di Kabul, noi che c’eravamo ricordiamo, in eroici partigiani che oggi stanno per scacciare gli “Occupanti occidentali”. Forse, caro Parlamento, qualcuno non te la racconta giusta.

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