Da quando è cominciato il conflitto in Siria sarebbero morte 30 mila persone. E’ la stima, terribile, che oggi ha reso noto l’Onu, specificando che “Si tratta solo di stime, le verifiche ufficiali non sono ossibili a causa della situazione sul territorio”.
Tuttavia se l’Organizzazione delle Nazioni unite fa un numero, è certo che si avvicina a quello reale. Si tratta quindi di una vera e propria ecatombe, accaduta in poco meno di un anno in un paese che fino a poco tempo fa era meta privilegiata dei vacanzieri occidentali. “Il conflitto ha raggiunto nuove punte di brutalitàò e violenza”, ha detto il sottosegretario agli affari politici dell’Onu Jeffry Feltman, specificando che i danni non sono soltanto alle persone: “”Citta’ e villaggi, alcuni dei quali
fanno parte del patrimonio dell’umanità, si stanno trasformando
in rovine – ha aggiunto, durante una riunione del Consiglio di
Sicurezza sul Medio Oriente – tesori archeologici sono stati
saccheggiati e distrutti”.
Ma Feltman non sembra aver “dato i numeri” per spingere sull’opzione militarista. Tutt’altro: “Un intervento militare per noi non è possibile – ha detto – sarebbe troppo costoso e non risponderebbe al volere della popolazione siriana”. “Per questo la nostra priorità rimane una opzione politica”, ha spiegato.
Allo stesso tempo Feltman ha fatto presente che rimane scoperta tutta la parte riguardante l’assistenza umanitaria: “La richiesta – ha detto – è di 3498 milioni di euro, ed è coperta soltanto per il 40%”.