L'Austria fa pagare ai kosovari il rimpatrio
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L'Austria fa pagare ai kosovari il rimpatrio

L’Austria noleggia un volo “charter” per rispedire a Pristina quanti non hanno ottenuto asilo, ma i passeggeri dovranno pagare il costo del biglietto.

L'Austria fa pagare ai kosovari il rimpatrio
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23 Febbraio 2015 - 09.56


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Quasi tutti i cittadini del Kosovo, che negli ultimi mesi erano riusciti ad entrare in Austria, saranno presto rimandati a casa: ministro degli Affari Interni a Pristina ha annunciato che entro una o due settimane arriverà su un aereo che trasporterà i cittadini cui è stato rifiutato l’asilo. Con una novità, però: ai rimpatriati verrà addebitato il costo del biglietto.

Nei giorni scorsi, il numero di cittadini che lasciano il Kosovo è stato drasticamente ridotto, ma le autorità austriache hanno deciso di spiegare attraverso i giornali della regione che tuttie le richieste di asilo economico in Austria saranno respinte. Il ministro dell’Interno austriaco, Johanna Mikl-Leitner, spiega che “dall’inizio dell’anno fino ad ora, abbiamo ricevuto 1.800 richieste di asilo, mentre durante tutto l’anno scorso questa erano state 1.900. Anche se negli ultimi tempi il numero dei richiedenti si è ridotto. abbiamo intenzione di rimandare in patria ogni quindici giorni con un aereo charter la gente la cui richiesta è stata respinta. Se necessario, ci saranno altri velivoli, stiamo considerando anche la possibilità che le persone ritornano via terra, ma per questo abbiamo bisogno di una discussione con la Serbia, al fine di ttraversare il suo territorio. Queste sono le decisioni austriache, non conosco ancora i dati di tutti i Paesi UE, ma penso che il numero di persone provenienti da Kosovo, che hanno cercato asilo nell’Unione europea potrebbe essere vicino a trentamila”.

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“Abbiamo preso atto un processo insolito, un gran numero di persone hanno lasciato il Kosovo durante gli ultimi mesi del 2014 e all’inizio di quest’anno, forse sarebbe utile adottare misure per determinare perché stanno lasciando, perché noi non vediamo alcun motivo. Ci assumiamo la responsabilità di creare le condizioni che i nostri cittadini vivano e lavorino qui – promette a sua volta da Pristina il primo Ministro del Kosovo, Isa Mustafa – allo stesso tempo, però cerchiamo il sostegno di Austria e altri Paesi dell’Unione europea per il nostro sviluppo economico , la creazione di posti di lavoro e l’integrazione di tutti i cittadini che hanno lasciato il Kosovo. Infine, sostengo la scelta del governo austriaco di non concedere l’asilo politico ed economico per i cittadini del Kosovo, perché crediamo di avere piena sicurezza anche qui, il Kosovo è un Paese sicuro”.

Anche il commissario europeo per la Politica regionale, Johannes Hahn in elogiato gli sforzi delle autorità del Kosovo nella risoluzione del problema del crescente numero dei fuggitivi:  “Sembra ci sia già una diminuzione del numero di immigrati clandestini e spero che questo continuerà, ma ancora una volta sottolineo che è importante concentrarsi sullo sviluppo economicoal fine di risolvere le cause di questo problema. E’ proprio la mancanza di prospettive economiche ad aver creato questa grande ondata di immigrati verso l’Unione europea “, ha concluso.

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