Libia, lotta per Tripoli: bombe sull'aeroporto
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Libia, lotta per Tripoli: bombe sull'aeroporto

Alcuni aerei dell'aviazione libica hanno bombardato l'aeroporto di Mitiga, controllato dalle truppe dell'Isis. L'esercito è diretto verso la capitale

Libia, lotta per Tripoli: bombe sull'aeroporto
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21 Marzo 2015 - 11.38


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Mentre l’Unione Europea non sembra aver deciso una strategia da utilizzare per risolvere la crisi in Libia, alcuni aerei dell’aviazione hanno eseguito raid sull’aeroporto internazionale Mitiga, circa otto chilometri a est di Tripoli, finito nelle mani delle milizie jihadiste che controllano la capitale.

Non è la prima volta che le forze libiche guidate dal generale Khalifa Haftar (nominato all’inizio del mese comandante delle forze armate fedeli al governo di Tobruk) prendono di mira l’aeroporto internazionale di Tripoli. Raid analoghi sono stati eseguiti per tre giorni di seguito, a partire dal 3 marzo scorso. Il mese precedente, bombardamenti delle forze rivali, le milizie islamiche Fajr Libya alleate del governo di Tripoli e del parlamento uscente (Congresso nazionale), hanno colpito invece gli aeroporti di Tobruk e di Zintan.

L’esercito libico verso Tripoli. «L’esercito libico entrerà a Tripoli attraverso tutti gli assi» di accesso alla capitale, ha aggiunto Al-Nazouri in dichiarazioni alla Tv «Libia Awalan». Il militare ha precisato che le forze armate sono alle porte di Tripoli dove controllano cinque centri periferici nell’ovest e sono impegnate a neutralizzare sacche di resistenza. Al-Nazouri ha chiesto ai giovani che sostengono l’esercito di «rispettare tutti gli abitanti» e li ha messi «in guardia contro qualsiasi atto di vendetta».

Onu: operazioni inaccettabili. «Le attività militari sul terreno sono inaccettabili e le dichiarazioni arrivate nelle ultime ore da responsabili libici rappresentano una seria minaccia che condizionerà il negoziato». Lo afferma in una nota l’inviato speciale dell’Onu, Bernardino Leon. Ieri, il governo di Tobruk aveva annunciato «l’inizio della liberazione di Tripoli». Le Nazioni Unite, prosegue la nota, «fanno appello a tutti i protagonisti politici e militari a interrompere queste azioni». Queste, «avranno un impatto non solo sul negoziato (in corso in Marocco, ndr) ma sulla vita dei cittadini libici, e sulla regione». La comunità internazionale «non può accettare» simili operazioni, soprattutto «perché abbiamo visto in questi giorni libici di entrambe le parti (Tripoli e Tobruk, ndr) combattere il terrorismo e l’Isis». Un’occasione «per unirsi». Questa «è una opportunità per i libici, per continuare a lavorare sul dialogo per una soluzione politica». «Crediamo che queste dichiarazioni e queste azioni minino seriamente la possibilità di un accordo politico». «Se si tratta di operazioni militari di vasta portata – continua Leon -, e non di ulteriori scaramucce, ciò mette a rischio la possibilità che i negoziati proseguano». L’Onu fa appello alla responsabilità di tutte le parti in conflitto. Ieri, il governo di Tobruk aveva dichiarato che le operazioni militari in corso nell’ovest della Libia rappresentano «l’inizio della liberazione di Tripoli». In un comunicato, il governo libico riconosciuto dalla comunità internazionale esprime la propria «soddisfazione» per le operazioni sull’asse tra Al-Aziziyah e Zawiya (annunciate dallo Stato maggiore) «che rappresentano l’inizio della liberazione di Tripoli da covi di terroristi».

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