Scambiata alla nascita, una ragazza fa causa alla sanità iberica: chiede 3 milioni di euro
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Scambiata alla nascita, una ragazza fa causa alla sanità iberica: chiede 3 milioni di euro

La vicenda ha suscitato scalpore a livello nazionale, anche per le traversie subite dalla giovane, finita in una famiglia problematica

Bambini in culla
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8 Settembre 2021 - 18.04


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Una vicenda molto partricolare è accaduta in Spagna. Scambiata alla nascita, una giovane ragazza spagnola di 19 anni ha fatto causa alle autorità sanitarie chiedendo 3 milioni di euro di risarcimento. L’incredibile vicenda, rivelata dal quotidiano locale La Rioja, ha colpito l’opinione pubblica spagnola anche per le traversie subite dalla giovane, finita in una famiglia problematica.
Anna e Maria, i nomi sono di fantasia, sono nate a cinque ore di distanza nel 2002 nell’ospedale San Millan di Logrono, una struttura che nel frattempo è stata chiusa. Entrambe sottopeso, sono state poste nell’incubatrice. Ed è qui che le loro identità sono state confuse, probabilmente per un errore umano.
La famiglia dove era finita Maria si è rivelata difficile. Nel 2003 la piccola è stata affidata alla nonna materna, che ne è diventata la tutrice. Nel 2017, quando Maria aveva 15 anni, la nonna ha fatto causa al ‘padre’ della nipote chiedendo il pagamento degli alimenti. Ma l’uomo ha risposto che Maria non era figlia sua. La prova del Dna gli ha dato ragione. E a questo punto, con sorpresa di tutti, si è scoperto che anche la prova del Dna sulla ‘madre’ aveva dato esito negativo.
Da questo momento, con l’aiuto di uno studio di avvocati, Maria si è dedicata alla ricerca dei suoi veri genitori.
Il tribunale dei minori l’ha abilitata a procedere come se fosse già maggiorenne. Su sua istanza, le autorità sanitarie della provincia hanno avviato una indagine, attraverso la quale si è scoperto lo scambio. Ma Maria non ha fatto in tempo a conoscere la sua vera madre, morta nel 2018.
Ora sono in corso due procedure. Una per il riconoscimento di filiazione dal suo vero padre, che si è sottoposto volontariamente alla prova del Dna a gennaio. Il risultato non è stato ancora comunicato ufficialmente, ma sembra non vi siano dubbi. La seconda, che dipende dall’esito della prima, è la richiesta di risarcimento alle autorità sanitarie. Queste però non si ritengono responsabili della vicissitudini della ragazza e avrebbero offerto un indennizzo di 215mila euro.

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