La Commissione europea riprende l'Italia: "Ricordiamo che salvare vite in mare è un dovere". Ecco cosa sta succedendo
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La Commissione europea riprende l'Italia: "Ricordiamo che salvare vite in mare è un dovere". Ecco cosa sta succedendo

La portavoce della Commissione europea Anita Hipper riprende l'Italia: "Ricordiamo che salvare vite in mare è un dovere

La Commissione europea riprende l'Italia: "Ricordiamo che salvare vite in mare è un dovere". Ecco cosa sta succedendo
Anitta Hipper
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3 Novembre 2022 - 14.34


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La Commissione Ue chiede all’Italia di rispettare l’obbligo legale di diritto internazionale degli Stati membri e permettere lo sbarco delle Ong. Ma il ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili Salvini risponde: “Dove dovrebbe andare una nave norvegese? Semplice, in Norvegia”. Si riaccende la questione migranti e si allarga a tutta l’Unione. “Stiamo seguendo la situazione da vicino e, dalle informazioni che abbiamo, ci sono tre navi con circa mille persone a bordo e che hanno chiesto uno sbarco sicuro. La Commissione non è coinvolta nelle operazioni di salvataggio in mare nè nella definizione del luogo di sbarco. Tuttavia, ricordiamo che salvare vite in mare è un dovere morale e un obbligo legale di diritto internazionale degli Stati membri indipendentemente dalle circostanze” ha dichiarato Anitta Hipper, portavoce della Commissione europea, rispondendo a una domanda sulle tre navi di ong che hanno chiesto l’accesso ai porti italiani per lo sbarco di migranti salvati nel mar Mediterraneo.

“È stato siglato un accordo di solidarietà, che rappresenta un passo avanti importante anche per l’italia. Gli Stati membri si sono impegnati a mettere in atto un meccanismo di solidarietà volontario, semplice e prevedibile” ha continuato Hipper. “I primi ricollocamenti hanno avuto luogo dall’Italia ad agosto e ottobre di quest’anno. Si tratta di 38 in Francia e 74 in Germania”, ha spiegato. A lei ha immediatamente risposto Salvini, attraverso un Tweet. “Dove dovrebbe andare una nave norvegese? Semplice, in Norvegia” ha scritto il ministro delle Infrastrutture commentando il caso della nave Ocean Viking e la sua richiesta di aiuto a Francia, Grecia e Spagna in mancanza di risposte da Italia e Malta.

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Mentre l’altro vicepremier Tajani, a Berlino ribadisce: “Sull’immigrazione chiediamo solo il rispetto delle regole”. “Lo abbiamo fatto in maniera ufficiale, con grande garbo ma anche con grande fermezza” ha affermato Tajani, intervistato dalla Rai. “Con un Paese amico e grande interlocutore come la Germania dobbiamo collaborare tantissimo, poi quando c’è da dare qualche messaggio, soprattutto sul tema dell’immigrazione, lo facciamo con determinazione, ma per garantire il rispetto delle regole. Abbiamo chiesto che le navi delle ong rispettino le regole europee quando salvano qualcuno in mare e poi chiedono di attraccare nei porti più vicini”. Prima di recarsi al G7 Esteri di Muenster, il ministro ha fatto oggi tappa a Berlino per partecipare al Summit sui Balcani occidentali presso la cancelleria di Olaf Scholz. Anche durante il vertice Tajani ha ripetuto che “serve una collaborazione fra tutti i Paesi europei, ma anche con i paesi dei Balcani, per fermare l’immigrazione illegale, perché rischia di diventare un problema sempre più grave per tutti quanti noi”. 

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Intanto la Commissione Europea ha fatto sapere che sta attivamente sostenendo i colegislatori, il Consiglio e il Parlamento, ad attivare il trilogo il prima possibile sulla proposta per l’immigrazione ora che è stato raggiunto un accordo politico per concludere il lavoro entro il 2024. Per quanto riguarda invece il meccanismo di solidarietà sul trasferimento dei migranti, al momento si registrano 8000 mila offerte di relocalizzazioni e 38 candidati che hanno accettato. Il meccanismo può essere utilizzato anche per ridistribuire i migranti al momento bloccati sulle navi al largo dell’Italia. 

La nave Ocean Viking, che ha a bordo 234 migranti soccorsi nei giorni scorsi al largo della Libia, ha infatti chiesto assistenza a Grecia, Spagna e Francia. “Nonostante le ripetute richieste ai centri di coordinamento per il soccorso di Malta e Italia – ha detto la Ong Sos Mediterranee – non è stato ancora indicato un porto sicuro” alla nave, “che rimane nell’incertezza”. “Questo blocco in mare – ha sottolineato il coordinatore della Ong Nicola Stalla – non è solo moralmente vergognoso ma disattende importanti previsioni legislative del diritto marittimo internazionale e del diritto umanitario”. “I naufraghi devono sbarcare senza ulteriori ritardi. Siamo di fronte a un’emergenza assoluta e ogni ulteriore giorno di attesa potrebbe avere conseguenze potenzialmente letali” ha spiegato Nicola Stalla, coordinatore della ricerca e soccorso di Sos Mediterranee, a bordo della Ocean Viking. 

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