L’Italia non può fare da mediatore fra Mosca e Ucraina perché aiuta Kiev e assume una posizione aggressiva anti-russa. È quanto afferma la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, citata dall’agenzia di stampa russa Ria Novosti. «È strano sentire proposte di mediazione da parte di Paesi che, fin dall’inizio dell’operazione militare speciale in Ucraina, hanno assunto una posizione anti-russa inequivocabile e molto aggressiva, e non solo hanno sostenuto il sanguinario regime di Kiev, ma gli hanno anche fornito una significativa assistenza militare e tecnico-militare, rifornendo deliberatamente l’Ucraina con le armi più moderne», è la posizione espressa da Zakharova, che ha citato come esempio l’Italia, che a suo parere non può essere considerata né «un mediatore onesto», né un possibile «garante del processo di pace».
Le parole di Zakharova, riportate sul sito del ministero degli Esteri russo, giungono dopo che il 29 dicembre la premier Giorgia Meloni, nella conferenza di fine anno, ha dichiarato che «l’Italia è pronta a farsi garante di un eventuale accordo di pace». «È noto che l’Italia, oltre a un’ampia gamma di armi ed equipaggiamenti militari, rifornisce Kiev di mine antiuomo. Queste azioni irresponsabili non solo moltiplicano il numero delle vittime, anche tra la popolazione civile del Donbass, e ritardano la fine del conflitto, ma rischiano di trascinare i Paesi della Nato in uno scontro militare diretto con la Russia. Tuttavia gli sponsor occidentali di Kiev, tra cui purtroppo l’Italia, non pensano nemmeno di fermarsi, anzi aumentano le forniture», ha affermato Zakharova. «Ovviamente, data la posizione di parte assunta dall’Italia, non possiamo considerarla né un `mediatore onesto´ né un possibile garante del processo di pace», ha aggiunto la portavoce della diplomazia russa.
«Molti Paesi si dichiarano pronti a partecipare alla risoluzione della crisi ucraina e alcuni ci offrono direttamente i loro servizi di mediazione. Papa Francesco, il presidente francese Emmanuel Macron, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e altri capi di Stato e di governo, politici e personaggi pubblici ne hanno parlato. Alcuni lo fanno con sincerità, altri perseguono i propri obiettivi egoistici, cercando di `incunearsi´ nel processo negoziale per ricevere dividendi di politica estera», ha detto Zakharova. E poi ha concluso: «Sarebbe meglio se gli pseudo-pecekeeper europei smettessero di sostenere militarmente Kiev e concentrassero i loro sforzi su un lavoro più fermo ed esigente con il Presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky, che ha ripetutamente espresso il suo totale rifiuto di una soluzione pacifica del conflitto e il 30 settembre 2022 ha persino firmato un decreto sul rifiuto di negoziare con il presidente russo Vladimir Putin».