L'anguria diventata simbolo della Palestina arriva a Hollywood
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L'anguria diventata simbolo della Palestina arriva a Hollywood

È il caso di Violet Affleck, la figlia diciottenne di Ben e Jennifer Garner, che è stata fotografata con una felpa nera con su stampata un'anguria a forma di mappa della Terra Santa

L'anguria diventata simbolo della Palestina arriva a Hollywood
Violet Affleck e Jennifer Gardner
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6 Gennaio 2024 - 20.02


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L’anguria è verde e rossa e può ricordare i colori della bandiera palestnese.

Non è un caso che questo frutto sia diventato, da decenni, un simbolo politico adottato dai sostenitori della causa palestinese. Un simbolo che, negli ultimi mesi, ha fatto capolino anche a Hollywood.

È il caso di Violet Affleck, la figlia diciottenne di Ben e Jennifer Garner, che è stata fotografata con una felpa nera con su stampata un’anguria a forma di mappa della Terra Santa. La maglia, prodotta da Wear the peace, un’azienda di abbigliamento che sostiene progetti di solidarietà, è stata ribattezzata “freedom melon crewneck”.

L’immagine è diventata immediatamente virale sui social, suscitando polemiche. In particolare, l’associazione no profit Stop Antisemitism ha protestato per la mappa stampata sulla felpa, che immagina un unico stato palestinese e cancella di fatto Israele.

La storia dell’anguria come simbolo politico è lunga e complessa. I suoi primi utilizzi risalgono alla Guerra dei Sei Giorni del 1967, quando Israele conquistò la Cisgiordania, la Striscia di Gaza e Gerusalemme Est. All’epoca, esporre la bandiera palestinese era considerato un reato penale. Per questo motivo, i palestinesi iniziarono a utilizzare l’anguria come sostituto della bandiera, per esprimere il loro sostegno alla causa palestinese.

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Nel 1993, con gli accordi di Oslo, esporre la bandiera palestinese tornò legale. Tuttavia, l’anguria è rimasta un simbolo popolare e diffuso. La sua diffusione è esplosa negli ultimi mesi, in seguito alla guerra a Gaza del 2023.

L’emoji dell’anguria è diventata un segno di simpatia filo-palestinese, ripetuto all’infinito nella comunicazione online. Un simbolo che, al di là delle polemiche, rappresenta la lotta del popolo palestinese per la propria libertà.

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