Palestina, dramma senza fine: Israele ostacola gli aiuti a Gaza mentre intensifica la repressione in Cisgiordania

Mentre Gaza affonda nell’emergenza umanitaria, la repressione israeliana si estende anche alla Cisgiordania occupata.

Palestina, dramma senza fine: Israele ostacola gli aiuti a Gaza mentre intensifica la repressione in Cisgiordania
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17 Dicembre 2025 - 12.56


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Da mesi la Striscia di Gaza è intrappolata in un assedio totale che soffoca ogni possibilità di sopravvivenza. Save the Children, una delle principali organizzazioni umanitarie internazionali, denuncia di non essere riuscita a far entrare alcuna fornitura di aiuti da marzo, da quando Israele ha reimposto un blocco completo sull’enclave palestinese. Un’intera popolazione civile, già stremata da bombardamenti e distruzioni, viene così privata anche dei beni essenziali: cibo, medicine, assistenza per i più vulnerabili, a partire da bambini e anziani.

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Mentre Gaza affonda nell’emergenza umanitaria, la repressione israeliana si estende anche alla Cisgiordania occupata. Secondo la Palestinian Prisoner’s Society, le forze israeliane hanno condotto raid in numerose località, arrestando almeno 40 palestinesi. Operazioni che colpiscono case e famiglie, alimentando un clima di paura permanente e rafforzando un sistema di controllo che continua a colpire la popolazione civile, lontano dai riflettori ma con effetti devastanti sul tessuto sociale palestinese.

Nel sud della Striscia, a Khan Younis, la tragedia assume anche i contorni della catastrofe ambientale e umanitaria. Il sindaco Alaa al-Batta ha riferito che una violenta tempesta ha distrutto più di 20 abitazioni, lasciando decine di famiglie senza alcun riparo. Piogge torrenziali e venti fortissimi si sono abbattuti su una città già ridotta in macerie dai mesi di attacchi, trasformando le strade in fiumi di fango e le case in trappole mortali.

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Il bilancio complessivo dei danni in tutta Gaza è drammatico. Secondo la Protezione civile palestinese, almeno 17 edifici residenziali sono crollati completamente e altri 90 hanno subito crolli parziali sotto la furia del maltempo. In un territorio devastato dalla guerra, privo di materiali da costruzione e di qualsiasi possibilità di intervento rapido, anche una tempesta diventa una condanna, perché l’assedio israeliano impedisce qualsiasi risposta strutturata all’emergenza.

A questo scenario si aggiunge la prosecuzione delle operazioni militari israeliane. Bombardamenti di artiglieria hanno colpito le aree sudorientali di Khan Younis e la zona del cosiddetto corridoio di Morag, a nord di Rafah. Colpi che si abbattono su un territorio densamente popolato, già piegato dalla distruzione, e che continuano a infierire sui civili palestinesi, aggravando un quadro di sofferenza che non conosce tregua. In Gaza, tra assedio, raid, bombardamenti e catastrofi, la vita quotidiana è ridotta a una lotta disperata per la sopravvivenza, mentre Israele prosegue una strategia che colpisce sistematicamente una popolazione ormai allo stremo.

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