Barbero d'accordo con Montanari: "Equiparare foibe e crimini nazi-fascisti è falsificazione storica"
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Barbero d'accordo con Montanari: "Equiparare foibe e crimini nazi-fascisti è falsificazione storica"

Lo storico: "Nessuno dice che le foibe siano un'invenzione. Ma c'è il tentativo fascista di mettere tutti i protagonisti della guerra sullo stesso piano, mentre i fascisti erano dalla parte sbagliata".

Lo storico Alessandro Barbero
Lo storico Alessandro Barbero
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1 Settembre 2021 - 20.58


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Le foibe furono una tragedia. E su questo non ci può essere dubbio. Italiani uccisi e gettati con ferocia colpevoli solo di essere italiani.
Ma è altrettanto vero che le foibe sono raccontate al di fuori del contesto storico (l’occupazione nazi-fascista della Jugoslavia e le discriminazioni contro le popolazioni slave) e soprattutto sta prevalendo la narrazione dell’estrema destra fascista e post-fascista che racconta una realtà deformata solo per mettere sullo stesso piano la Shoah, i crimini del fascismo e e quelli del nazismo con un fenomeno barbaro, atroce ma non paragonabile nelle dimensioni.
Alessandro Barbero, uno degli storici più popolari sul web e le cui conferenze fanno sempre il pienone è tornato sul punto e ha argomentato con più dettagli l’analisi di Montanari, evidenziando come lo storico dell’Arte e Rettore eletto dell’Università per Stranieri di Siena non abbia negato le foibe. Semplicemente ha sottolineato come, assodato che i morti sono sempre una tragedia, vada guardato come ci si è arrivati a quelle morti.

“Montanari non ha affatto detto che le foibe sono un’invenzione e che non è vero che migliaia di italiani sono stati uccisi lì. Nessuno si sogna di dirlo: la fuga e le stragi degli italiani hanno accompagnato l’avanzata dei partigiani jugoslavi sul confine orientale, e questo è un fatto – ha spiegato Alessandro Barbero -. La falsificazione della storia da parte neofascista, di cui l’istituzione della Giornata del ricordo costituisce senza dubbio una tappa, consiste nell’alimentare l’idea che nella Seconda guerra mondiale non si combattesse uno scontro fra la civiltà e la barbarie, in cui le Nazioni Unite e tutti quelli che stavano con loro (ad esempio i partigiani titini, per quanto poco ci possano piacere!) stavano dalla parte giusta e i loro avversari, per quanto in buona fede, stavano dalla parte sbagliata; ma che siccome tutti, da una parte e dall ’altra, hanno commesso violenze ingiustificate, eccidi e orrori, allora i due schieramenti si equivalevano e oggi è legittimo dichiararsi sentimentalmente legati all’una o all ’altra parte senza che questo debba destare scandalo”.

Il professore nel suo lungo intervento ha spiegato quanto serva guardare il panorama in maniera completa per poter avere un’idea. 

“Se io decido che quei morti debbono essere ricordati in modo speciale, il messaggio, inevitabilmente, è che di quella guerra ciò che merita di essere ricordato non è che l’Italia fascista era dalla parte del torto – chiosa Barbero – e che era alleato con il regime delle camere a gas. Questo non vale la pena di ricordarlo, invece le atrocità di cui gli italiani sono stati le vittime, quelle sì, e solo quelle, vanno ricordate. E questa è appunto la falsificazione della storia”.

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