Tapiro di guerra al Tg3
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Tapiro di guerra al Tg3

Finisce a Striscia la notizia la lite sul premio Ilaria Alpi sollevata dal Male di Vauro e Vincino. Contendenti Claudio Rubino e Lucia Goracci.

Tapiro di guerra al Tg3
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28 Ottobre 2011 - 12.32


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Visto che è una storia di guerra, potrebbe essere la pagina di un fumetto con ancora altre sorprendenti pagine da leggere. Vista la complessità della trama, in tv sarebbe una telenovela. A raccontarla, iniziamo dall’avvenimento più recente.

Giovedì 27 ottobre, a Ponte Milvio, a Roma, la gente in fila s’azzanna per accaparrarsi un televisore al plasma, a prezzo scontatissimo, all’inaugurazione di Trony. Non lontano, Claudio Rubino, inviato del Tg3, un mago con la telecamera, esce da casa in compagnia di un amico e collega venuto a Roma per festeggiare la pensione dopo anni di duro lavoro.

Ad attendere il nostro c’è Valerio Staffelli che gli offre il tapiro d’oro: “Per compensarti del premio Ilaria Alpi che ti è stato scippato”, gli dice il temuto Staffelli. Rubino incassa la sorpresa e sta al gioco. “Posso dividerlo con la mia collega?”, domanda Rubino. E Staffelli: “Certo, se la tua collega sarà disposta a dividere con te il premio Ilaria Alpi …”.

Questo, in estrema sintesi, il senso dell’incontro Rubino-Staffelli. Incontro che “Striscia la notizia” ci offrirà questo sabato. Il telecineoperatore porta a casa il tapiro e si fa fotografare dall’amico. Nella foto si vede che il premiato (del tapiro) ha un tutore alla spalla. Perché?

A questo punto, bisogna tornare indietro, alla guerra. Siamo in Libia, Due inviati del Tg3, Claudio Rubino e Lucia Goracci, “Maria Guerracci”, come l’han chiamata Vauro e Vincino su Il Male, ricostruendo l’accaduto, e come continueremo a chiamarla noi, percorrono in macchina una zona calda del confronto armato tra ribelli e truppe fedeli a Gheddafi ( siamo ancora al tempo della caccia al Rais ).

I nostri eroi – diciamo- sono in auto e seguono una fase concitata del confronto. E’ a questo punto che accade un incidente riproposto su Il Male da Vincino. Rubino (che nel racconto di Vincino è Coso Coso), tra uno sparo, una ripresa pericolosa e un tamponamento d’auto, finisce con la spalla a pezzi. Ma le riprese salve, e questo lenisce il dolore.

Coso Coso rientrerà malconcio a Roma. L’attende un lungo periodo di cure, un intervento chirurgico, una bella degenza e la fisioterapia. Questo per Coso Coso. Maria Guerracci, che è brava, con le riprese di Coso Coso completa il servizio. Bello. Va in onda. E siccome è davvero bello, Guerracci lo manda al Premio Ilaria Alpi.

Passa il tempo e dal Premio Ilaria Alpi arriva a Maria Guerracci la comunicazione: “Lei ha vinto il Premio, complimenti. Ci vediamo alla cerimonia di consegna”. Passa un altro po’ di tempo e arriva il giorno della premiazione. Coso Coso viene a sapere da una collega che quella sera a Rimini ci sarebbe stata la premiazione del servizio costatogli una spalla. A ritirarlo Maria Guerracci.

“Ma, quel servizio è anche mio!”, dice Coso Coso. E quando il premio è già nella bacheca di Maria Guerracci, Coso Coso va dall’avvocato e scrive a tutti per rivendicare che quel servizio era stato realizzato a quattro mani (una spalla) e due firme, quella sua e quella della Guerracci.

Impropria – secondo Coso Coso – l’assegnazione solo alla Guerracci. Il servizio era andato in onda a doppia firma, come sempre, e io – dice Coso Coso – sono inviato alla pari della Guerracci. Lettera dell’avvocato di Coso Coso, replica dell’avvocato della Guerracci. In mezzo, l’imbarazzato Premio Ilaria Alpi.

La guerra sul servizio sulla guerra (scusate il pasticcio) è in atto quando Maria Guerracci viene richiamata in Libia dagli avvenimenti. Gheddafi ha fatto la fine del sorcio. E mentre in Libia si consuma l’ultimo atto della guerra, a Roma l’altra guerra continua. Lettera contro lettera nel triangolo delle Bermuda costituito da Premio, Coso Coso con tutore alla spalla e Guerracci.

Il Premio scrive a Coso Coso dicendo che farà un passo sulla Guerracci per verificare se è disposta a riconoscere che quel servizio fu realizzato a quattro mani (e una spalla) e a doppia firma. Se lo riconoscerà, il Premio riconsidererà l’assegnazione solitaria e aiuterà il malmesso Coso Coso a salire sul podio accanto alla Guerracci per una simbolica ma sostanziale riassegnazione del riconoscimento.

Fumetto e telenovela continuano. A giorni, sepolto il Rais, Guerracci tornerà in Italia e si approprierà delle ultime fasi dell’affaire che forse non conosce ancora. Potrà decidere di dividere con Coso Coso il Premio Ilaria Alpi (e a questo punto anche il tapiro) o continuare la guerra.

Nell’attesa, nella bacheca di Maria Guerracci c’è l’Ilaria Alpi, in quello di Coso Coso il prezioso tapiro. Simpaticamente, potrebbero decidere di scambiarsi il trofeo ogni sei mesi. Se il tapiro sarà d’accordo.


Per saperne di più guarda Il Male

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