La Juve ha 115 anni, ma non muore mai
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La Juve ha 115 anni, ma non muore mai

La Vecchia Signora compie 115 anni ed è in grande forma. Anche l'Inter ha preso il via. Sabato una sfida entusiasmante. Il Napoli senza Cavani frana. [Xavier Jacobelli]

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1 Novembre 2012 - 09.40


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di Xavier Jacobelli

Primo Novembre: la Juve compie 115 anni, ma non muore mai e, all’ultimo respiro, Paul Pogba la spinge ancora più in alto. Se il fenomenale talento francese non avesse segnato in extremis il gol della vittoria sul Bologna, sabato a Torino l’Inter si sarebbe presentata con soli due punti di svantaggio. Sono quattro, ma ciò non toglie che la supersfida del 3 novembre si annunci entusiasmante.

I bianconeri hanno inanellato il risultato utile consecutivo n.49 in campionato,
piegando la squadra di Pioli (quinta sconfitta di fila) con tutta la feroce determinazione che Conte ha trasmesso loro.

Ma anche l’Inter (ottava vittoria consecutiva) è inarrestabile: incassa il gol di Munari, non fa una piega e rimonta sull’asse Milito-Palacio-Cassano (strepitosa la progressione del barese dalla quale è scaturito il gol dell’ex genoano), coronata dal primo gol in serie A di Guarin. Stramaccioni sta lavorando benissino: complimenti anche alla decisione di impiegare comunque i diffidati Guarin e Ranocchia, infischiandosene dei calcoli in vista dell’appuntamento allo Juventus Stadium.

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Ma la squadra del giorno è decisamente l’Atalanta castigagrandi. I bergamaschi avevano già battuto il Milan a San Siro. Ieri sera Carmona ha messo in ginocchio il Napoli, alla seconda sconfitta in campionato, facendolo scivolare a sei punti dalla capolista e costringendolo a subire il sorpasso dell’Inter. Insigne non basta a Mazzarri che, senza Cavani, spara a salve anche perchè sulla sua strada incontra un Consigli da Nazionale.

Juve, Dnipro e Atalanta hanno firmato le tre sconfitte dei partenopei nelle ultime quattro gare. E adesso, a casa De Laurentiis le campane suonano a martello, mentre la Lazio ha perso una buona occasione per accorciare le distanze dai campani: ha sottovalutato il Toro prima di agguantarlo con Mauri dopo la doccia gelata di Glik.

Alla saga dei gol sotto il diluvio (addirittura 32, aspettando stasera Genoa-Fiorentina),
partecipano anche il super Parrna di Donadoni, che approfitta della banda del buco di Zeman, al secondo ko di fila e scavalca la squinternata Roma del boemo, bella dalla cintola in su, ma impresentabile in difesa. I numeri della crisi sono eloquenti: 8 punti
di distacco dalla zona Champions League, 4 sconfitte in 9 partite giocate sul campo (una vittoria è arrivata a tavolino), 19 gol subiti.

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Applausi all’incredibile Cagliari dell’inedita coppia Pulga-Lopez (4 vittorie consecutive) che ha passeggiato fra le macerie di un Siena piccolo piccolo.

Il Milan, intanto, registra i nuovi colpi di testa di Berlusconi e Galliani. Anzichè rallegrarsi per la rimonta che ha portato al 2-2 di Palermo, il presidente ha telefonato a Galliani schiumando rabbia contro i cambi di modulo. Galliani ha schiumato rabbia in volo verso Milano, autoproclamandosi l’artefice del pareggio (“Ho cambiato 2-3 pedine e tutto è andato a posto”), salvo correggere il tiro una volta sbarcato e affermare: “Con Allegri è tutto chiarito”. Beato chi ci crede. In Sicilia il tecnico ha sbagliato formazione e modulo, ma ha saputo correggersi, rischiando addirittura di vincere. Ma Berlusconi, dopo avere smantellato il Milan, pretende di avere un Barcellona. Galliani gli dica che il tempo delle illusioni è finito.

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