Costretta a prostituirsi dall'amica: "Mi obbligava a ingrassare, per farmi diventare brutta"
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Costretta a prostituirsi dall'amica: "Mi obbligava a ingrassare, per farmi diventare brutta"

Nove ciambelle ogni mattina, fritti, bibite gasate per vederla deformata. Le torture: "A volte la bruciava col ferro da stiro"

Costretta a prostituirsi dall'amica: "Mi obbligava a ingrassare, per farmi diventare brutta"
Costretta a prostituirsi dall'amica: "Mi obbligava a ingrassare, per farmi diventare brutta"
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26 Settembre 2018 - 08.26


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La costringeva a prostituirsi, se non portava a casa gli 800 euro concordati la picchiava e torturava, arrivando ad ustionarla con il ferro da stiro. E la obbligava ad ingrassare, forse per il gusto di vederla deformata. Sono queste le sevizie a cui Roberta, 32 anni, costringeva l’amica Regina, 28 anni, entrambe di Albano Laziale. Si chiamavano “sorelle”, ma l’ultima ha vissuto un vero e proprio incubo, terminato il 3 luglio quando gli inquirenti hanno trovato Regina in fin di vita nel suo appartamento e arrestato i suoi tre aguzzini (l’amica, il fidanzato, la madre dell’amica).

È il Corriere della Sera a ricostruire le contraddizioni che ancora presenta questa vicenda:

Ciò che ancora rimane incomprensibile è la trasformazione fisica a cui Roberta ha obbligato l’amica. Nove ciambelle ogni mattina, fritti, bibite gasate perfino antidiarroici per farla ingrassasse, per vederla deformata. E i lunghi capelli biondi: tagliati cortissimi. Che il vero successo di Roberta non sia stato il rifiuto del cinquantenne egiziano col quale “la sorella” aveva concordato una prestazione sessuale. “L’ho vista ingrassata e piena di lividi — racconterà l’egiziano — indossava un paio di mutandine, era ridotta male e le ho subito detto che sarei andato via”.

Sebbene non abbia ancora una spiegazione ufficiale, il comportamento di Roberta potrebbe essere stato motivato dall’invidia e dalla gelosia.

Bellissima, bionda, Regina è il desiderio degli uomini. Per strada, quando lei e Roberta camminano, i ragazzi si girano. A guardare Regina, non Roberta. Allora andiamo oltre, e immaginiamo. Immaginiamo decine di ragazzi che chiedono a Roberta di conoscere Regina. E poi: le due ragazze in piscina a riprendersi col telefonino, ridere e lanciare baci. Immaginiamo i commenti al video postato sui social. In prevalenza per Regina. E — sempre immaginando, solo immaginando — qualcuno che prende alla lettera quel «sorelle» della didascalia commentando: «ma come fate a essere sorelle, non vi somigliate per niente». E dunque: cosa si prova quando nessuno ti vede più? Quando la persona a te più vicina ti ruba l’attenzione?

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