Copasir, Urso frena: "Nei documenti sui soldi dalla Russia non si parla dell'Italia"
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Copasir, Urso frena: "Nei documenti sui soldi dalla Russia non si parla dell'Italia"

Lo assicura il presidente del Copasir, Adolfo Urso, dopo che sono circolate indiscrezioni su un documento che gli 007 Usa sulle presunte ingerenze di Mosca nella vita politica dei singoli Paesi.

Copasir, Urso frena: "Nei documenti sui soldi dalla Russia non si parla dell'Italia"
Adolfo Urso
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14 Settembre 2022 - 09.34


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I partiti italiani non hanno preso soldi dalla Russia. Lo assicura il presidente del Copasir, Adolfo Urso, dopo che martedì in serata erano circolate indiscrezioni su un documento che gli 007 Usa sulle presunte ingerenze di Mosca nella vita politica dei singoli Paesi.

“Al momento non esistono notizie che riguardano il nostro Paese in questo dossier” ha riferito Urso, commentando ad “Agora’” su Rai 3 la rivelazione dei servizi segreti americani secondo cui la Russia dal 2014 avrebbe finanziato con oltre 300 milioni di dollari partiti politici, dirigenti e politici stranieri. “Mi sono confrontato con il sottosegretario con delega ai servizi segreti, Franco Gabrielli”, ha spiegato D’Urso in collegamento da Washington, “al momento al governo è stato escluso che l’Italia compaia in questo dossier”.

“Chiediamo di sapere come stanno le cose. Dal 2014 c’è stata sicuramente una forte influenza della Russia” ha detto Enrico Letta a Tg1 Mattina, rilanciando l’ipotesi dei finanziamenti. “Questi temi devono essere al centro della chiarezza – ha aggiunto il segretario del Pd – chiediamo trasparenza e informazioni. È inquietante quel che sta accadendo. Sosteniamo l’Ucraina e soprattutto l’unità dell’Eruopa contro un tentativo russo che va rigettato”.

“È importante che i nomi dei partiti e dei politici che abbiano ricevuto finanziamenti da Putin vengano resi pubblici prima e non dopo le elezioni del 25 settembre” scrive su Facebook il segretario di Più Europa e sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova. “Putin ha scatenato una guerra contro l’Ucraina e l’Europa, con le armi e con il gas: è essenziale che gli elettori sappiano se dietro le note simpatie politiche per il dittatore russo, in particolare a destra, ci siano anche sostegni finanziari diretti a partiti o personalità politiche”, sottolinea. 

Secondo Washington la Russia ha investito più di 300 milioni di dollari, fin dal 2014, per influenzare politici e rappresentanti di governo in più di venti Paesi, tra cui molti in Europa. L’informazione è contenuta in una nota interna inviata lunedì dal dipartimento di Stato a ambasciate e consolati americani in Europa, Asia del Sud e nord Africa.

Il messaggio era classificato come ‘sensitive’, con informazioni importanti, ma non ‘classified’, dunque non da tenere strettamente riservato. Ed è ciò che poi è successo: la notizia ha fatto il giro del mondo in poche ore.

Nel cablogramma, firmato dal segretario di Stato Antony Blinken, non si fanno nomi di politici e Paesi individuati dagli 007 americani ma si dice che Washington informerà direttamente le nazioni coinvolte. I primi nomi a circolare negli Stati Uniti sono quelli di Albania, Montenegro, Madagascar e, “potenzialmente”, Ecuador. Nel caso specifico di un Paese asiatico non identificato, l’ambasciatore russo avrebbe dato milioni di dollari in contanti a un candidato presidenziale.

Sulla presenza di partiti italiani nel documento dell’intelligence russa si è subito molto dicusso. Secondo alcuni media americani Joe Biden è deciso a togliere il velo della segretezza alle manovre di Mosca per influenzare politicamente gli altri Paesi, ma secondo altri può essere un tentativo di inserirsi nelle vicende elettorali di Paesi dell’Alleanza Atlantica.

In alcuni ambienti di Washington l’ascesa di Giorgia Meloni viene vista con preoccupazione per le sue posizioni sovraniste e la vicinanza al premier ungherese di destra Viktor Orbàn, tra i pochi interlocutori del presidente russo Vladimir Putin. Lo stesso leader della Lega, Matteo Salvini, non aveva convinto neanche l’amministrazione guidata da Donald Trump durante la sua visita ufficiale da rappresentante di governo.

Il dipartimento di Stato sostiene che il flusso di denaro partito da Mosca sia entrato in Europa attraverso ‘think tank’ politici e in Asia, Medio Oriente, Africa e Centro America attraverso aziende statali. Putin, secondo fonti dell’amministrazione americana, avrebbe speso “ingenti somme” nel “tentativo di manipolare le democrazie dal suo interno”.

E la cifra di 300 milioni sarebbe calcolata per difetto. I soldi sarebbero molti di più. Nel messaggio interno del dipartimento non ci sono, invece, riferimenti alla possibilità che Mosca possa di nuovo intromettersi nelle elezioni americane. L’ambasciata russa a Washington non ha commentato.

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