Renzi e Calenda hanno fallito, ma c’è chi insiste sul grande centro. Che poi grande non è. Entro le europee della primavera 2024 serve dar vita a una «Terza Forza», ma per farlo occorre «un soprassalto di coraggio e generosità», abbandonando i «personalismi».
Così Beppe FIoroni, animatore di Piattaforma Popolare, commenta sul sito dell’associazione in un post titolato «La Terza Forza è un invito a sormontare il fallimento del Terzo Polo».
«Dare voce all’elettorato intermedio, sempre più sofferente dentro lo schema bipolare e perciò riottoso a mettere piede nel campo della sinistra o della destra – scrive Fioroni -, implica che sia adottata una felice combinazione di coraggio e generosità: da un lato, infatti, chiunque se ne faccia interprete, deve togliere all’impresa il carattere di un avventura solitaria, essendo necessario un coraggioso investimento sulla coralità di voci e contributi; dall’altro, proprio perché l’elettorato attende il salto di qualità di una politica fatta di valori e scelte concrete, occorre mostrarsi quanto più possibile aperti e generosi, senza pretendere in contraccambio una qualsiasi gratificazione che non sia quella di sentirsi a casa propria».
«Se mancano questi requisiti – prosegue l’ex parlamentare del Pd -, la proposta politica fatica a prendere forma. Si affloscia e cade, come un aquilone senza vento. E il vento non c’è, fuor di metafora, perché i personalismi pretendono di occupare tutta la scena pubblica, tutto il mondo della comunicazione, tutti gli spazi del confronto politico.
Bisogna prendere atto che l’orizzonte della nostra «Terza Forza» – dicitura, questa, più consona alla sensibilità e tradizione del cattolicesimo democratico – evidenzia l’urgenza di un soprassalto di volontà e di aspirazioni, con metodo decisamente nuovo. Siamo chiamati a uno sforzo di rigenerazione ideale e politica, lasciando da parte le illusioni e le fantasmagorie degli individualismi. La scadenza delle elezioni europee del prossimo anno presenta il conto fin da adesso, perché arrivare impreparati alla meta sarebbe una sciagurata dimostrazione d’irresponsabilità»