La difficile e controversa maratona tra l’Italia e l’Unione Europea è finalmente approdata a una conclusione. Tutto sommato non negativa per merito principale di due italiani, il ministro Fitto e il commissario Gentiloni. Ovviamente sarebbe stato un miracolo da parte del governo Meloni ottenere l’accettazione di tutte le pretese italiane accompagnate anche da maldestri tentativi di scaricare sui predecessori responsabilità e cause delle difficoltà incontrate.
Purtroppo, la situazione politica, nonostante la bella boccata d’ossigeno rappresentata dall’accordo in sede europea, è tutt’altro che tranquilla. Oltre i gravi problemi anche connessi alle follie climatiche – dal torrido caldo all’improvviso rovesciamento di clima che si abbatte e devasta varie zone del paese – restano in piedi questioni gravi che toccano i settori più deboli della società italiana. Specie per famiglie e imprese su cui grava l’aumento dei prezzi e addirittura l’incapacità di regolamentare civilmente la presenza sui posti di lavoro nelle ore proibitive a cause delle temperature insopportabili. Né appaiono avviati a risultati proficui le questioni gravissime collegate ai temi della giustizia, del salario minimo, della scandalosa vicenda della ministra Santanché, nonché la torbida condizione del figlio del presidente del Senato.
In queste ultime ore, inoltre, con uno scatto di dignità e di intelligenza che ha del resto accompagnato tutta la sua tribolata vicenda, Patrick Zaki ha proseguito la sua generosa testimonianza civile: ha deciso di rientrare in Italia con un aereo di linea, rifiutando di viaggiare su un volo di stato e negando di essere fotografato con le autorità. Tutto questo evita sceneggiate e flash inesorabili e può aiutare politici e tutti noi a riflettere sulla pessima abitudine – purtroppo assi frequente specie nei telegiornali – di utilizzare in modo strumentale e sensazionalistico persino le tragedie umane e personali.
Sempre in tema di grandi questioni europee, si attende con preoccupazione il risultato delle elezioni anticipate in Spagna che potrebbero provocare conseguenze anche nelle forze politiche italiane. Con schieramenti e partiti politici in grande affanno che dovranno comunque assicurare, con un post-franchismo mai del tutto domo, la guida dell’Unione Europea. I primi segnali del presidente in carica Pedro Sánchez sono stati la missione a Kiev e la manifestazione di un orientamento favorevole alla conferma di Ursula von der Leyer per un secondo mandato alla Presidenza della Commissione Europea.
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