Giorgia Meloni, non è tutto oro quello che luccica in televisione
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Giorgia Meloni, non è tutto oro quello che luccica in televisione

Non si riesce ad avviare un serio confronto con i sindacati la cui convocazione a Palazzo Chigi rischia di apparire sempre più un gioco delle parti senza sbocchi di un qualche rilievo

Giorgia Meloni, non è tutto oro quello che luccica in televisione
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Nuccio Fava Modifica articolo

31 Luglio 2023 - 09.03


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Fin da bambino in genere con le visite e il pranzo a casa dei nonni la domenica diventava una giornata particolare. Speciale per il pranzo, diverso e più ricco, che l’accompagnava e anche per la funzione religiosa a cui si partecipava insieme. Le mete erano in genere mare o montagna a seconda della stagione, modificate negli anni per ragioni di studio e poi di lavoro. Da diverso tempo trascorro le domeniche soprattutto nella Tuscia, facilmente raggiungibile da Roma, e ricca di suggestioni soprattutto per i percorsi francescani e l’antica via Francigena che collegano Toscana, Umbria e Lazio. 

Ed è proprio questa terra ricca di storia, cultura e spiritualità che sollecita in modo diverso dal solito: spunti, riflessioni e considerazioni meno scontate rispetto a quanto offe la frenetica condizione cittadina.  

Purtroppo, un grave problema si accentua di anno a causa della progressiva riduzione delle edicole nei paesi della zona dove al massimo si trovano giornali locali e/o sportivi. In compenso per me, ed è sicuramente un privilegio non comune, i quotidiani mi vengono assicurati dalla generosità di qualcuno dei nipoti che in fondo amano darsi, con un certo susseguo, il compito di acquistare diversi quotidiani per il nonno giornalista.  Posso così, all’ombra di una grande quercia, dedicarmi ad una lettura distesa e più meditata dei principali organi di stampa. 

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Mi colpiscono soprattutto alcuni filoni dei più importanti giornali che in gran parte cambiano la prospettiva della narrazione relativa al Governo e ai continui viaggi della Presidente del Consiglio. Specie per quanto riguarda l’importante visita negli USA di per sé foriera non di successi e risultati eccezionali quanto piuttosto rivelatrice dei nostri problemi e delle nostre difficoltà. 

Soprattutto in relazione alla nostra economia ed ad una mancata riforma fiscale o a tentazioni che finiscono per avvantaggiare i ceti più ricchi e svantaggiare quelli più poveri, già in grave difficoltà per la condizione dei lavoratori e, ancor peggio, per quanti il lavoro non riescono a trovarlo. Anche l’insufficiente politica per combattere i disastri climatici che, finalmente, anche gli Stati Uniti avvertono come problema non eludibile, restano in Italia impigliati in ostacoli anche burocratici ma soprattutto per carenze di fondi disponibili e per una situazione di bilancio preoccupante. In questo senso la riforma del fisco che si annuncia, oltre a qualche dissenso nella stessa maggioranza, rischia di tradursi in un vantaggio di chi evade e non di alleggerimento sostanziale per chi lo paga con le trattenute in busta paga.

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Contestualmente la crescita dei prezzi danneggia maggiormente i consumi delle famiglie e delle piccole imprese.

Colpisce soprattutto i più bisognosi e gli stessi lavoratori e pensionati mentre non si riesce ad avviare un serio confronto con i sindacati la cui convocazione a Palazzo Chigi rischia di apparire sempre più un gioco delle parti senza sbocchi di un qualche rilievo. Compreso lo scontro sul salario minimo, esistente in quasi tutti i paesi europei, e che in Italia potrebbe tra latro mettere ordine in una giungla retributiva che danneggia in modo ingiusto i processi di crescita dell’economia oltre che risultare fattore di ingiustizia e di vergogna. Insomma, non è tutto oro quello che luccica sui nostri teleschermi suggestionati forse da un attivismo intelligente e ininterrotto della prima donna Presidente. E si potrebbe continuare con le tante questioni aperte finora affrontate prevalentemente con dichiarazioni di buone intenzioni e di speranzose promesse per il futuro.

La domenica, tuttavia, che certo non può annullare preoccupazione e timori, resta però sempre giornata di fiducia e di speranza che vorrei non si smarrisse mai. Mi aiutano i versi dello straordinario poeta Turco Nazim Hikmet: “Il più bello dei mari è quello che non navigammo, il più bello dei nostri figli non è ancora cresciuto, i più belli dei nostri giorni non lo abbiamo ancora vissuti e quello che vorrei dirti di più bello non te l’ho ancora detto.” 

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