Borghi (Iv): "Il Pd insegue il M5s, 'lunare' che i riformisti rimangano ancora con Elly Schlein"
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Borghi (Iv): "Il Pd insegue il M5s, 'lunare' che i riformisti rimangano ancora con Elly Schlein"

Borghi (Iv) contro il Pd di Elly Schlein: "E' lunare che membri, peraltro autorevoli politicamente, di un partito possano rimanerci quando non ne condividono la politica estera, l'idea di Europa, l'idea della giustizia e dello sviluppo".

Borghi (Iv): "Il Pd insegue il M5s, 'lunare' che i riformisti rimangano ancora con Elly Schlein"
Enrico Borghi
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11 Gennaio 2024 - 11.33


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Enrico Borghi, capogruppo di Italia viva al Senato, con un post sui social ha contestato la linea del Pd di Elly Schlein che, a suo dire, inseguirebbe il M5s lontano dagli ideali fondativi del partito.

«Oggi sui giornali si evidenziano i testa-coda che il Pd ha messo in atto: sull’Ucraina, sull’abuso d’ufficio, sulla riforma del Patto di stabilità, sull’energia si fa il contrario di quanto sostenuto fino a ieri (e quando si governava il Paese). Sul piano personale sarebbe fin troppo facile per me dire che tutto questo – per dirla con Elly Schlein – lo avevo visto arrivare, facendo scelte conseguenti (e coerenti con una storia personale e politica e con gli impegni assunti in campagna elettorale oggi sbugiardati dal Nazareno)».

«E che queste scelte, alla luce di quanto accade, sono forse oggi ancor più comprensibili a chi legge con animo scevro da faziosità lo sviluppo della politica italiana. Ma qui, ovviamente, il tema va ben oltre questioni politiche legate alle posizioni personali».

«Ciò che avviene in queste ore è solo la conferma che la strategia politica del Nazareno rende incompatibile il compromesso tra area riformista e cultura socialdemocratica su cui è nata e si è retta l’esperienza del Pd. Entrambe le culture vengono soppiantate e silenziate dalla volontà di affermare una nuova politica di stampo populista, tesa alla rincorsa dei 5 stelle (i quali ovviamente sfuggono dentro la logica del più uno tipica di ogni massimalismo). è lunare che membri, peraltro autorevoli politicamente, di un partito possano rimanerci quando non ne condividono la politica estera, l’idea di Europa, l’idea della giustizia e dello sviluppo. Cioè il fondamento di un’azione di governo. Sarebbe un bene – conclude- se prendessero definitivamente atto che quell’esperienza ha preso una irrimediabile piega che ha snaturato definitivamente uno strumento che oggi è -nei fatti- di impedimento ad una evoluzione compiuta dello schieramento alternativo alla destra nazional-sovranista».

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