Arresto di Netanyahu, il governo filo-Bibi va in confusione (e una parte del Pd pure)
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Arresto di Netanyahu, il governo filo-Bibi va in confusione (e una parte del Pd pure)

Il governo Meloni inginocchiata da sempre a Netanyahu non sa ancira che pesci prendere. Ma anche nel Pd c'è chi dopo 40 mila morti distingue i crimini di serie A e quelli di serie B

Arresto di Netanyahu, il governo filo-Bibi va in confusione (e una parte del Pd pure)
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22 Novembre 2024 - 18.59


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Il governo in ordine sparso, ministri che si smentiscono l’un l’altro. E le opposizioni pronte a soffiare sulle divisioni dell’esecutivo sulla richiesta di mandato di arresto della Corte penale internazionale per Benjamin Netanyahu. Da Pd, M5S e Avs arriva la sollecitazione alla premier Giorgia Meloni a prendere posizione che, nel pomeriggio, arriva. Le polemiche però restano.

Se la presidente del Consiglio rinvia ogni determinazione sul caso al G7 degli Esteri, il leader della Lega e vicepremier Matteo Salvini si è già schierato, in linea con Orban: «Se Netanyahu venisse in Italia sarebbe il benvenuto». Parole che finiscono nel mirino delle opposizioni che chiedono di applicare la richiesta della Corte.

Alleanza Verdi e Sinistra è pronta a depositare una mozione in Parlamento «per impegnare il Governo al pieno rispetto delle convenzioni internazionali sottoscritte dall’Italia e quindi alla sollecita attuazione delle decisioni della Cpi», annunciano Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni.

Più cauta la posizione delle formazioni centriste dell’opposizione. Per Davide Faraone di Iv non è «corretto mettere sullo stesso piano i terroristi di Hamas e il governo democratico come quello di Israele».

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Valutazione simile a quella della dem Pina Picierno secondo cui «le prescrizioni degli organi giurisdizionali si rispettano sempre, a maggior ragione quelle della Corte Penale Internazionale» ma, aggiunge, «non si possono mettere sullo stesso piano le responsabilità del conflitto, e la condotta di Israele, con quelle di una organizzazione terroristica come Hamas».

invece la solidarietà ai militari italiani in Libano, oggetto oggi di un nuovo attacco che provocato 4 feriti. Ma accanto alla vicinanza, dalle opposizioni arriva la sollecitazione al governo all’impegno per il cessate il fuoco, una via per garantire la sicurezza.

Il Pd con Elly Schlein chiede al governo di riferire in aula: «Gli attacchi ai militari italiani e alle truppe Onu sono intollerabili atti criminali. Esprimo vicinanza e solidarietà ai feriti e a quanti sono impegnati a garantire pace e stabilità nell’area. Chiediamo allo stesso tempo che il governo riferisca quanto prima sulle iniziative che si stanno adottando per il cessate il fuoco, condizione imprescindibile per garantire alla missione in Libano la piena sicurezza”. Per il presidente del Copasir, Lorenzo Guerini «ciò che è avvenuto è inaccettabile e mostra ancora una volta l’esigenza inderogabile della cessazione delle ostilità con l’arretramento di Hezbollah a nord del fiume Litani».

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Sottolineano i capigruppo dem, Francesco Boccia e Chiara Braga: «Prima il ministro della Difesa Crosetto che dice ok all’esecuzione del mandato. Poi il vicepremier Salvini, che lo smentisce, e afferma che il capo del governo israeliano sarebbe il benvenuto nel nostro Paese. Non è accettabile che in una fase così delicata per la politica internazionale il governo si esprima in modo così confuso e contraddittorio». Per i 5 Stelle interviene Vittoria Baldino: «Governo Meloni attendista? Non lo era nel 2023 quando la Corte penale internazionale ha emesso mandato di arresto anche per Putin. Siamo davanti a vergognoso doppiopesismo».

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