Aragona: quando l' arte fa riaprire le botteghe
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Aragona: quando l' arte fa riaprire le botteghe

L'iniziativa "Aragona, galleria d' arte continua" promossa dall' artista Peppe Cumbo e patrocinata dal comune di Aragona mira a rivitalizzare un centro storico che è diventato solo un crocevia di passaggio.

Aragona: quando l' arte fa riaprire le botteghe
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2 Agosto 2022 - 12.27 Culture


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di Manuela Ballo
L’obiettivo è ambizioso: rialzare le saracinesche. È così che il poliedrico artista Peppe Cumbo intende dare una scossa ad un paese che sta perdendo progressivamente la propria anima e che corre il rischio di diventare periferia della periferia.

Un tempo quel corso dove ora si riaprono le serrande era pieno di artigiani e commercianti. Si vendeva un po’ di tutto e a comprare le merci non erano solo gli abitanti del luogo, ma anche dei paesi vicini. È stato così per decenni, prima grazie all’attrattiva delle miniere vicine, e in seguito grazie alla capacità artigianale degli abitanti di Aragona. Poi, lentamente, è arrivata la decadenza tanto da passare alle cronache come il paese che nell’ arco degli ultimi quarant’ anni ha avuto più emigrati di tutti gli altri paesi italiani.
È una provocazione quella di Peppe Cumbo, che lega concretezza dell’azione e utopia del progetto. Concretezza perché sta chiedendo, proprietario dopo proprietario, di rialzare le saracinesche e di renderle disponibili a esposizioni temporanee.

Il progetto in realtà è utopico giacché si ritiene che non solo profondi cambiamenti economici e politici possano rigenerare un centro storico come questo, ma che la scintilla debba e possa partire dall’ arte e dalla creatività di tutti. In questo sta, appunto, l’utopia.
Il primo spazio dei quattro già aperti, ai quali molti altri si aggiungeranno progressivamente, contiene le sue opere. Originali e belle. Molte delle sue fotografie, vezzo d’ origine, sono state riprodotte su tela generando inediti panorami visivi. I colori della Sicilia che tanti artisti e creatori di moda hanno ispirato ora lui li raccoglie e li assembla in maioliche preziose che a loro volta formano dei quadri. Per alcuni versi ricorda che non lontano da qui c’è un centro come Caltagirone e che quelle mattonelle distese per terra richiamano alla memoria i mosaici di Piazza Armerina, altra località non distante da Aragona.

Opera di Pebbe Cumbo

L’idea non punta solo a valorizzare le sue opere, già peraltro conosciute, ma ad offrire occasione ai giovani talenti del paese e della zona di esporre le loro opere. L’ utopia sta appunto anche nel fatto che Peppe Cumbo vuole che ad Aragona si torni a parlare la lingua del noi, della collettività, di persone che si fermano e dialogano, che sostano sull’ uscio che torna ad essere aperto delle antiche botteghe. Il progetto cozza contro ostacoli difficili da superare: un centro storico zeppo di macchine dove è difficile passare a piedi anche perché i marciapiedi sono minuscoli e mal tenuti; gente che va e che viene, che rientra per l’estate dal Belgio o dai paesi dove i nonni o gli zii sono emigrati e che va di fretta.

Opera di Peppe Cumbo

Un’amministrazione attenta tanto da favorire questo progetto. L’iniziativa va dal 6 di agosto all’ 11 settembre,. Questa, almeno nello spazio espositivo dell’ artista, prevede un approccio particolare nell’ osservare le opere presenti, ovvero il guardare le creazioni artistiche attraverso l’ uso della torcia dei cellulari che faranno supplenza e illumineranno il buio che, in questo caso è ovviamente anche un buio metaforico. Ce la farà Peppe Cumbo insieme con i molti altri artisti? Tutto dipende da come reagiranno non solo le amministrazioni, ma anche gli aragonesi. Quegli aragonesi ai quali lo stesso titolo dell’iniziativa si rivolge: “Aragona, galleria d’ arte continua”.

Ceramica di Peppe Cumbo

C’è, infine, un’altra chiave di lettura dell’iniziativa scattata qualche settimana fa: valorizzare la cultura e le risorse locali. Una sorta di vocazione “no-global” che mira a starsene lontano dalle lusinghe di una globalizzazione tutta finanziaria ed economica per valorizzare, invece, quanto di meglio questa parte di Sicilia offre: dai prodotti agricoli alle creazioni artistiche.
I prossimi giorni saranno decisivi. Più saracinesche si alzeranno più significherà, che almeno una parte del paese, ha colto il senso dell’operazione.

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