L'avvocato del diavolo non è solo un modo di dire: esiste davvero e si occupa di santi
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L'avvocato del diavolo non è solo un modo di dire: esiste davvero e si occupa di santi

L'Avvocato del Diavolo è una figura peculiare e affascinante all'interno della Chiesa Cattolica, una figura che è stata alla base di un'espressione comune usata nelle conversazioni tra le persone.

L'avvocato del diavolo non è solo un modo di dire: esiste davvero e si occupa di santi
Canonizzazione di nuovi santi
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10 Agosto 2023 - 10.33


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L’Avvocato del Diavolo è una figura peculiare e affascinante all’interno della Chiesa Cattolica, una figura che è stata alla base di un’espressione comune usata nelle conversazioni tra le persone. Questo termine, spesso utilizzato per indicare qualcuno che sta cercando di presentare argomenti contrari a una certa opinione o tesi, trova le sue radici in una tradizione che risale a secoli fa nei processi di beatificazione e canonizzazione della Chiesa Cattolica.

L’origine e il ruolo dell’avvocato del diavolo nella Chiesa Cattolica

L’Avvocato del Diavolo, noto anche come “Promotore di Fede” o “Avvocato del Processo”, era una figura incaricata di assumere il ruolo critico e sfidante nei processi di canonizzazione dei santi all’interno della Chiesa Cattolica. La sua responsabilità principale era quella di presentare tutti gli argomenti contro la santità e la virtù del candidato alla canonizzazione. In altre parole, il suo compito era di mettere in discussione la validità delle prove presentate a sostegno della beatificazione o canonizzazione di una persona.

L’obiettivo di questa figura non era quello di ostacolare o sabotare il processo di canonizzazione, ma piuttosto di garantire che il processo fosse completo, rigoroso e che tutte le possibili obiezioni o dubbi fossero considerati attentamente. In effetti, questa pratica aveva lo scopo di proteggere l’integrità del processo e di garantire che solo coloro che potevano dimostrare di aver vissuto una vita di virtù straordinaria e miracoli verificabili potessero essere proclamati santi dalla Chiesa.

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La selezione dell’avvocato del diavolo

L’Avvocato del Diavolo non era effettivamente una figura “diabolica” o malvagia, ma piuttosto un avvocato del contraddittorio. Era scelto tra gli ecclesiastici legalmente istruiti e con una buona reputazione all’interno della Chiesa. L’obiettivo era di garantire che la persona selezionata avesse la capacità di esaminare criticamente le prove e di presentare argomenti ben strutturati. Spesso, chi ricopriva questo ruolo aveva una mente arguta e una buona conoscenza delle leggi canoniche.

La nascita del modo di dire

Quella dell’avvocato del diavolo è  una figura che l’attuale Codice di Diritto Canonico del 1983 prevede al canone 1430 e definisce “Promotore di giustizia”. Il ruolo del Promotore di giustizia”. È disciplinato dagli articoli 56-58 della Istruzione del Dicastero Cause Santi “Sanctorum Mater” del 2007

Tuttavia, l’immagine di un avvocato che presenta argomenti contrari è sopravvissuta nell’espressione comune “fare l’avvocato del diavolo”.

Oggi, l’espressione “fare l’avvocato del diavolo” viene utilizzata per indicare il ruolo di chi solleva obiezioni o argomenti contrari a una certa opinione o proposta oppure, per favorire una determinata proposta mette sul piatto preventivamente quelle che potrebbero essere le obiezioni altrui.

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.Insomma questo termine ha perso il suo contesto religioso originale ma ha mantenuto il suo significato di presentare un punto di vista critico o sfidante in una discussione.

L’’Avvocato del Diavolo è una figura intrigante della tradizione della Chiesa Cattolica, che ha svolto un ruolo importante nel processo di canonizzazione dei santi. Questa figura ha dato origine a un’espressione comune che ancora oggi viene utilizzata per evidenziare il valore di considerare argomenti contrastanti e critici nelle discussioni.

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