La corsa al nucleare di Kim fa calare il gelo nei rapporti con Pechino
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La corsa al nucleare di Kim fa calare il gelo nei rapporti con Pechino

Pechino non sembra più disposta a difendere sempre e comunque le mosse nordcoreane, che hanno spinto ad un rafforzamento dei legami tra Washington e Seul

Xi Jinping
Xi Jinping
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Diego Minuti Modifica articolo

17 Settembre 2017 - 08.41


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Tra i tanti aspetti della crisi nord coreana c’é anche quello, relativamente poco esplorato, dello stato dei rapporti tra Pechino e Pyongyang, tradizionalmente molto forti, ma che, negli ultimi tempi, non sembrano essere così saldi come un tempo. Non è un problema che ha una causa precisa: le due economie (con un normale sbilanciamento a favore di Pechino) sono troppo legate, perché la Corea del Nord – alle prese con gli effetti delle sanzioni delle Nazioni Unite – ha bisogno di esportare verso il Paese vicino. Ma questo evidentemente non basta perchè, almeno dall’arrivo di Kim Yong Un al potere ed all’accelerazione impressa al programma nucleare di Pyongyang, qualcosa di sostanziale è accaduto. In prima battuta c’è forse la troppa fiducia che il dittatore nordcoreano aveva nella saldezza del legame con Pechino, forse pensando che la Cina lo avrebbe comunque difeso nel confronto voluto e cercato con gli Stati Uniti.
Ed è stato forse un calcolo profondamente sbagliato perché un conto sono i legami storici, un altro è la necessità di mantenere sempre buoni rapporti (da un punto di vista diplomatico) con gli Stati Uniti. Da qui un sì alle sanzioni contro Pyongyang che hanno fatto imbestialire Kim.
La scellerata corsa verso gli armamenti nucleareida parte di Pyongyang poteva essere coperta da Pechino fino ad un certo punto, ma quando la Corea del Nord ha cominciato a dare veste di minacce alle sue sparate propagandistiche la Cina sì è dovuta avvedere sul potenziale pericolo che Pyongyang costituiva e costituisce ancora per l’equilibrio mondiale.
Una interessante analisi viene da Tong Zhao, del centro Carnegie-Tsinghua sulle politiche globali di Pechino, secondo il quale il governo cinese è contrariato con la Corea del Nord perché i test ballistici e i test nucleari, che continua a svolgere nonostante le proteste, vengono usate come pretesto per gli Stati Uniti e Corea del Sud per rafforzare l’alleanza militare nella regione. Come lo scudo americano di difesa missilistica che Pechino considera una minaccia per la propria sicurezza.
E, dal suo osservatorio privilegiato, Zhao può affermare che ”la Cina è molto insoddisfatta delle attività della Corea del Nord. E sembra che Xi Jinping sia arrabbiato con Kim Jong-un. Non c’è da qualche tempo uno scambio contatti di alto livello tra le due nazioni”.
In effetti l’ultimo contatto ufficiale tra le leadership dei Pue risale al 2015, quando un alto funzionario cinese è andato a Pyongyang. Ed è dal 2011 che Kim Jong-un che non si reca a Pechino. Un periodo enorme rispetto al passato quando il nonno ed il padre del dittatore erano di casa dalle parti della Città proibita. 

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