Il suicidio in carcere di un ex campione riapre il capitolo dei traumi neurologici dei giganti del football
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Il suicidio in carcere di un ex campione riapre il capitolo dei traumi neurologici dei giganti del football

I legali della figlia di Aaron Hernandez sostengono che Nfl e New England Patriots non hanno fatto nulla per prevenire l'insorgenza della encefalopatia traumatica cronica

Aaron Hernandez
Aaron Hernandez
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22 Settembre 2017 - 12.07


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Gli avvocati che rappresentano la figlioletta di Aaron Hernandez, il campione di football americano suicidatosi ad appena 28 anni in carcere dove scontava una condanna all’ergastolo per omicidio, hanno citato, davanti una corte federale di Boston, la Nfl (la lega del football professionistico americano) e la squadra dove, fino a prima della condanna, militava il giocatore, perché l’atleta soffriva di encefalopatia traumatica cronica, effetto dei colpi subiti in partita ed in allenamento.
La causa non rientra in quella collettiva, da un miliardo di dollari, tra la Nfl ed i giocatori che hanno subiti traumi neurologici per la loro attività.
L’autopsia sul corpo di Hernandez – impiccatosi, nello scorso aprile, nella sua cella della prigione di Lancaster, nel Massachussets – ha rilevato, secondo i legali che difendono gli interessi della figlia, inequivocabili conferme che egli soffriva di encefalopatia traumatica cronica (ETC) che provoca repentini mutamenti di umore, depressione e vuoti di memoria fino a comportamenti estremi. 
Il suicidio di Hernandez avvenne poche ore dopo che i suoi ex compagni di squadra, i New England Patriots, la squadra dominante degli anni 2000, erano stati ricevuti alla Casa Bianca, come vincitori del Superbowl, atto finale del campionato. E forse su proprio questo, vedere quelli che erano stati i suoi compagni celebrare un trionfo, a spingerlo verso l’estremo gesto.
L’Etc può essere rilevato solo nel corso dell’autopsia ed un recente studio ha rivelato la presenza della malattia in 110 dei 111 cervelli degli ex giocatori NFL esaminati.
Uscito dall’università della Florida, dove vinse il titolo nazionale del 2008, Hernandez con i Patriots, in coppia con Rob Gronkowski, ha costituito una delle batteria di ricevitori più forti della Nfl. Nel 2011, dopo una stagione dai numeri eccellenti (79 passaggi ricevuti per 910 metri e sette touchdown) fu ricompensato con un contratto di 40 milioni di dollari. Nel 2013 però i Patriots rescissero il contratto, dopo il suo arresto per  l’omicidio di un giovane di colore, Odino Lloyd, per il quale fu condannato all’ergastolo.
Ora è prevedibile che davanti alla corte si apra un conflitto molto aspro tra i legali della figlia di Hernandez e quelli di Nfl e Patriots perchè i primi dovranno dimostrare che l’anomalia nei conportamenti di Hernandez era effetto della malattia ‘professionale’. Cosa che il collegio di difesa di Nfl e Patriots cercherà di demolire probabilmente facendo leva sul fatto che l’Etc è presente in molti giocatori del football professionistico, ma non certamente in tutti. E quindi si dovrà capire l’incidenza di fattori pregressi sul manifestarsi della patologia. 
L’encefalopatia traumatica cronica fu scoperta da un neuropatologo d’origine nigeriana, il dottor Bennet Omalu, che per difendere la sua tesi si scontrò con la Nfl che lui accusava di non adoperarsi per tutelare la salute dei giocatori e di non adottare tutte le misure necessaria per prevenire traumi invalidanti. La battaglia di Omalu fu portata sull schermo nel 2015 nel film ”Zona d’ombra”, con Will Smith nel ruolo del medico.
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