La strage di Las Vegas non cambia l'idea che gli americani hanno sul controllo delle armi
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La strage di Las Vegas non cambia l'idea che gli americani hanno sul controllo delle armi

Comunque, la maggior parte delle persone si dice d'accordo per norme più rigorose. Ma un 11 per cento vorrebbe maggiore libertà per vuole acquistare armi da fuoco

La strage di Las Vegas
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21 Ottobre 2017 - 08.17


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La strage di Las Vegas (dove un cecchino, sparando sulla folla di un concerto country, ha provocato la morte di 58 persone ed il ferimento di altre centinaia) non ha mutato le opinioni degli americani sul controllo delle armi. Lo attesta un sondaggio dell’Ap, secondo cui il Paese è ancora diviso sulla relazione tra l’aumento del controllo delle pistole e la riduzione delle omicidi di massa.
Comunque la maggior parte degli americani è a favore di norme più rigide.
Il campione degli intervistati è di 1050 adulti americani, sentiti dall’istituto di ricerche demografiche Norc Center for Publics Affairs Research, tra il 12 e il 16 ottobre, cioè quasi due settimane dopo che Stephen Paddock, dalla finestra di una stanza dell’hotel Mandalay Bay, ha aperto il fuoco sugli spettatori di un festival musicale, per il peggiore (in termini di vittime) omicidio di massa nella storia moderna degli Stati Uniti.
Secondo il sondaggio, il 61% degli intervistati ritiene che le leggi che disciplinano il possesso delle armi da fuoco dovrebbero essere più severe, mentre il 27% vorrebbe che rimangano come sono ora. E c’è un 11% che desidera che le norme sulle armi diventino meno rigorose. I risultati rispecchiano, grosso modo, un sondaggio con eguali finalità fatto nel luglio del 2016.
La divisione tra gli americani è ancora più evidente tenendo conto dell’affiliazione politica degli intervistati. Quasi 9 dei dieci democratici sentiti chiedono norme più severe sulle armi. Solo un terzo dei repubblicani vorrebbero leggi più severe.
L’indagine mostra tuttavia che la maggioranza degli americani non approva la gestione del presidente Donald Trump. Circa il 59% degli intervistati ha dichiarato di essere in disaccordo con il lavoro del presidente, mentre il 40% lo sostiene. Circa la metà degli americani di età superiore ai 60 anni ha espresso sostegno al presidente.

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