La Danimarca pensa di annullare una festa nazionale per finanziare la Difesa e le armi in Ucraina
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La Danimarca pensa di annullare una festa nazionale per finanziare la Difesa e le armi in Ucraina

"Store Bededag" si celebra dal 1686, cancellarlo porterebbe 400 milioni di euro in cassa. I sindacati sono sul piede di guerra.

La Danimarca pensa di annullare una festa nazionale per finanziare la Difesa e le armi in Ucraina
Mette Frederiksen
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27 Gennaio 2023 - 15.28


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Il popolo danese non ha preso bene il nuovo piano del governo per aiutare a finanziare le spese delle difesa per la guerra in Ucraina. La coalizione di governo guidata dalla primo ministro socialdemocratica, Mette Frederiksen, ha tutte le intenzioni di eliminare una delle più importanti feste religiose del Paese, nota come “Store Bededag”, ossia il “Giorno della grande preghiera” per risparmiare e utilizzare quei fondi per aumentare il budget della difesa e arrivare all’obiettivo stabilito dalla Nato del 2% del PIL entro il 2030. La festa si celebra il quarto venerdì dopo Pasqua sin dal 1686, per volontà del vescovo luterano Hans Bagger da Roskilde e durante il quale i danesi sono soliti celebrare cresime o allungare il bella settimana. I sindacati sono sul piede di guerra, anche perché significa eliminare un giorno festivo per i lavoratori. “È una grande minaccia per il modello di welfare danese”, ha detto ad AFP Lizette Risgaard, capo della confederazione FH, la più grande confederazione sindacale del Paese, che conta 1,3 milioni di membri in un paese di 5,9 milioni di abitanti. “I politici dovrebbero stare fuori dai problemi del mercato del lavoro. Se andranno fino in fondo a questa decisione violeranno i nostri accordi”, ha aggiunto. 

La cancellazione della ricorrenza, secondo i piani del governo, dovrebbe fornire ulteriori 3 miliardi di corone (circa 400 milioni di euro) alle casse statali. L’esecutivo ha giustificato la proposta sostenendo che è necessario accelerare con i piani a causa dell’invasione russa dell’Ucraina. La vacanza annullata comporterebbe ulteriori 7,4 ore di lavoro per lavoratore, secondo il governo. “Non credo sia un problema dover lavorare un giorno in più”, ha commentato Frederiksen. “Stiamo affrontando enormi spese per la difesa e la sicurezza, la sanità, la psichiatria e la transizione verde”, ha detto, presentando al parlamento il programma del nuovo governo. Secondo i sindacati però il punto è un altro: “È un giorno festivo. E, naturalmente, il governo può dire: ‘OK, vogliamo abolirlo’, ma poi andrebbe contro ciò che abbiamo concordato nei negoziati: avere il diritto di stare con la propria famiglia quel giorno”

Un recente sondaggio dell’azienda che si occupa di ricerche di mercato Epinion ha indicato che il popolo danese si oppone in massa alla mosse del governo. Solo il 17% sostiene il piano, mentre il 75% è contrario. “Stanno mettendo a rischio il modello di welfare danese” ha commentato all’AFP Pernille Holm, una fisioterapista di 30 anni. “Abbiamo un determinato modo di fare le cose qui in Danimarca. Noi negoziamo con il nostro datore di lavoro. E i sindacati negoziano i nostri diritti di lavoratori. Il governo non dovrebbe essere in grado di fare nulla senza includere queste due parti” ha aggiunto. 

I sindacati hanno lanciato una petizione online che ha raccolto quasi mezzo milione di firme. Anche la chiesa luterana e le organizzazioni di sindacati che rappresentano gli impiegati militari hanno protestato contro la mossa. “Stanno utilizzando i lavoratori militari sostenendo che i soldi derivanti dalla cancellazione di questo giorno festivo andranno ad aumentare il budget. Ma non ha alcun senso”, ha detto al quotidiano BT il capo del principale sindacato che rappresenta il personale militare, Jesper Korsgaard Hansen. In ogni caso, in parlamento, solo i tre partiti di governo, che detengono la maggioranza, sostengono il provvedimento. I nove partiti di opposizione, dall’estrema sinistra all’estrema destra, hanno dichiarato invece che si rifiuteranno di prendere parte a qualsiasi nuovo accordo sulla politica di difesa fino a quando il governo non ritirerà il suo piano.

Già in passato, dieci anni fa, un governo socialdemocratico ha cercato di fare la stessa cosa e di abolire la festa, ma alla fine ha rinunciato a causa di una protesta nazionale. Oggi però i temi sono cambiati e l’esecutivo sembra avere tutte le intenzioni di portare avanti la decisione. 

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