Secondo Jean Luc Mélenchon, intervistato da Il Fatto Quotidiano, il presidente francese Emmanuel Macron non controlla la polizia e anzi ne ha paura.
«Il presidente avrebbe dovuto rispondere, seduta stante, ai problemi provocati dalla morte di Nahel, e cioè sospendere immediatamente la legge sul «permesso di uccidere di Cazeneuve del 2017. Ma siccome la sua intenzione non è rispondere ai problemi esistenti, ne ha inventato degli altri. È la tattica del diversivo. Infine, la maggioranza ha puntato il dito contro di noi, gli insoumis», aggiunge.
«La prima reazione di Macron, appena informato della morte di un ragazzo di 17 anni, è stata umana. Ha ritenuto inaccettabile quanto avvenuto. Ma si è fermato lì, lasciando a un ministro il compito di chiamare la madre di Nahel. Oltre a questo, ha passato il tempo a correre dietro la polizia. Parlo a nome di una parte dei francesi che si sente minacciata da un potere che si comporta in questo modo nei confronti della popolazione dei quartieri popolari».
«E che non fa nulla quando bande armate di fascisti scendono in strada, prendono dei ragazzini e li consegnano alla polizia. Insisto dunque: siamo in pericolo perché il potere non controlla più la polizia. Ne ha paura. Le è sottomesso», sottolinea Mélenchon.
«Una situazione simile ha fatto nascere la Costituzione del 1958, poiché il potere non controllava più l’esercito. Ora non controlla più la polizia, i cui sindacati utilizzano espressioni provenienti direttamente dal repertorio dell’estrema destra».
