Ucraina, ora ad est l'offensiva è russa e la situazione per Kiev diventa difficile
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Ucraina, ora ad est l'offensiva è russa e la situazione per Kiev diventa difficile

Sul fronte orientale la situazione è difficile, per stessa ammissione dei vertici militari di Kiev. I combattimenti nel nord-est dell'Ucraina sono «peggiorati in modo significativo», soprattutto nella zona di Lyman e Kupyansk

Ucraina, ora ad est l'offensiva è russa e la situazione per Kiev diventa difficile
Militari ucraini
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15 Ottobre 2023 - 01.32


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Dall’alto piovono le bombe, da terra insiste l’artiglieria pesante. È ormai il quinto giorno consecutivo di attacchi russi su Avdiivka, città del Donetsk diventata obiettivo di quella che il portavoce del Consiglio di sicurezza statunitense, John Kirby, ha definito una «nuova offensiva». Una mossa che confermerebbe la volontà di Mosca di non rinunciare alla sua operazione su vasta scala, limitandosi a difendere le posizioni acquisite dalla controffensiva ucraina. Per l’ambasciatore russo all’Onu, Vassily Nebenzia «la cosiddetta controffensiva ucraina può considerarsi conclusa».

Sul fronte orientale la situazione è difficile, per stessa ammissione dei vertici militari di Kiev. I combattimenti nel nord-est dell’Ucraina sono «peggiorati in modo significativo», soprattutto nella zona di Lyman e Kupyansk, e «continuano pesanti combattimenti» con decine di assalti quotidiani, come ha riferito il comandante delle forze di terra, il generale Oleksandr Syrskyi. Nonostante gli ostacoli, le forze ucraine «sono preparate» e «stanno dando al nemico una degna risposta», rivendica Syrskyi, ma è innegabile che la spinta della controffensiva ucraina stia andando a scemare. E tra poco arriveranno le piogge e l’inverno a rendere più complicate le strategie di Kiev.

Anche Mosca, però, fatica a ottenere grandi conquiste nonostante gli sforzi profusi. Per i russi Avdiivka sarebbe un trofeo da esibire in patria per migliorare il morale delle truppe e per tenere sotto controllo l’insofferenza crescente della società civile. Si tratterebbe di una conquista simbolica, visto che la città è stata protagonista della resistenza ucraina fin dalle prime fasi dell’avanzata russa a oriente, ma anche militare.

Le forze di Mosca stanno cercando di catturare la roccaforte per impedire all’esercito di Kiev di «controllare una sezione molto seria del fronte vicino a Donetsk» e perché «capiscono che se conquistano le alture di Avdiivka, sarà più facile per loro raggiungere Pokrovsk» e gli altri insediamenti, come spiega il capo dell’amministrazione militare Vitaly Barabash. Al momento, però, «non sono riusciti a prendere nessuna altura strategica».

Nonostante negli scorsi giorni le forze russe siano «avanzate a sud di Krasnohorivka (5 km a nord di Avdiivka) e a sud-est di Pervomaiske (11 km a sud-ovest di Avdiivka)» per un totale di 4,5 chilometri quadrati, l’Institute for the study of war sostiene che ieri l’offensiva in quella direzione abbia subito «battute d’arresto» significative. La città però resta circondata e gli aiuti umanitari per le 1.620 persone rimaste nell’insediamento sono stati bloccati. Prima della guerra lì vivevano in più di 32 mila.

Molti sono scappati, tanti sono rimasti uccisi. Una mattanza di civili che continua e che colpisce anche i più piccoli. Nel Donetsk un bambino di 11 anni è morto e suo fratello di sei anni è rimasto ferito in un attacco missilistico lanciato dai russi. Altri morti sono stati registrati nel Kherson e a Beryslav. 

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