Kara-Murza come Navalny: in gran segreto trasferito in un carcere sconosciuto
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Kara-Murza come Navalny: in gran segreto trasferito in un carcere sconosciuto

"La lettera non può essere consegnata, poiché il destinatario è partito per un'altra istituzione". È stato risposto così ad Alexander Podrabinek, attivista per i diritti umani, che aveva scritto, in carcere, a Vladimir Kara-Murza

Kara-Murza come Navalny: in gran segreto trasferito in un carcere sconosciuto
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29 Gennaio 2024 - 16.08


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La situazione di Vladimir Kara-Murza

“La lettera non può essere consegnata, poiché il destinatario è partito per un’altra istituzione”. È stato risposto così ad Alexander Podrabinek, attivista per i diritti umani, che aveva scritto, in carcere, a Vladimir Kara-Murza, giornalista e strenuo oppositore di Putin. Kara-Murza, dunque, come è stato per Navalny, è stato portato via dalla colonia penale di Omsk.

Come ha scritto Podrabinek, oggi, su Facebook tre giorni fa aveva inviato una lettera a Kara-Murza ed oggi ha ricevuto la seguente risposta: “L’amministrazione dell’istituzione IK-6 di Omsk informa che la lettera non può essere consegnata, poiché il destinatario è partito per un’altra istituzione”. A parte il cinismo di scrivere “è partito”, come se l’oppositore avesse lasciato il carcere di sua spontanea volontà e per un viaggio di piacere, l’unica cosa certa è che ora non si sa dove si trovi Kara-Murza.

Stesso destino carcerario di Navalny, di nascosto sbattuto nel buco più freddo del Paese, con un viaggio al limite della sopportazione.

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Il caso di Vladimir Kara-Murza

Vladimir Kara-Murza è stato arrestato nell’aprile 2022. La difesa ha insistito sul fatto che Kara-Murza non poteva essere detenuto in un centro di detenzione preventiva per motivi di salute, ma la corte lo ha ignorato. Nell’aprile 2023, il tribunale di Mosca ha condannato Kara-Murza a 25 anni di detenzione da scontare in una colonia penale di massima sicurezza. Giudicato colpevole di “alto tradimento”, per aver svolto attività in una organizzazione “indesiderabile” e diffuso “falsi” sull’esercito russo. Il politico si è dichiarato non colpevole.

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