La Palestina spinge per essere riconosciuta come uno Stato membro dell'Onu a pieno titolo
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La Palestina spinge per essere riconosciuta come uno Stato membro dell'Onu a pieno titolo

La delegazione palestinese alle Nazioni Unite sta spingendo per un voto per essere riconosciuta come Stato membro a pieno titolo il mese prossimo.

La Palestina spinge per essere riconosciuta come uno Stato membro dell'Onu a pieno titolo
Riyad Mansour ambasciatore della Palestina all'Onu
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4 Aprile 2024 - 01.43


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La delegazione palestinese alle Nazioni Unite sta spingendo per un voto per essere riconosciuta come Stato membro a pieno titolo il mese prossimo.

 Lo ha detto l’ambasciatore Riyad Mansour ma la mossa trova la resistenza degli Stati Uniti. «Stiamo cercando di essere ammessi. È un nostro diritto naturale e legale», ha spiegato Mansour, aggiungendo che sta spingendo per un voto del 18 aprile al Consiglio di Sicurezza. 

«Tutti dicono `soluzione a due Stati´ e allora quale sarebbe la logica che ci impedisce di diventare uno Stato membro?», ha aggiunto. Qualsiasi richiesta di diventare uno Stato membro delle Nazioni Unite deve prima passare un voto del Consiglio di Sicurezza – dove gli Stati Uniti, alleati di Israele, e altri quattro Paesi esercitano il veto – e poi essere approvata da una maggioranza di due terzi dell’Assemblea Generale. Il presidente palestinese Mahmud Abbas ha originariamente lanciato la richiesta di statualita’ nel 2011 ma non è stata presa in considerazione dal Consiglio di Sicurezza. L’anno successivo, però, l’Assemblea Generale ha concesso uno status di osservatore più limitato allo «Stato di Palestina».

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Due giorni fa l’Autorità palestinese ha inviato una lettera al Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres per chiedere al Consiglio di sicurezza di riconsiderare la questione. Gli Stati Uniti, dal canto loro, sono contrari alla piena adesione della Palestina, affermando di essere a favore della creazione di uno Stato, ma soltanto dopo i negoziati con Israele. 

«Sosteniamo la creazione di uno Stato palestinese indipendente – ha dichiarato ai giornalisti il portavoce del Dipartimento di Stato Matthew Miller -. Questo è qualcosa che dovrebbe essere fatto attraverso negoziati diretti tra le parti, cosa che stiamo perseguendo in questo momento, e non alle Nazioni Unite», ha aggiunto, senza dire esplicitamente che gli Stati Uniti avrebbero posto il veto alla candidatura se questa avesse raggiunto il Consiglio di Sicurezza. 

Miller ha detto che il Segretario di Stato Antony Blinken si è impegnato attivamente per stabilire «garanzie di sicurezza» per Israele come parte delle basi per uno Stato palestinese. L’amministrazione del Presidente Joe Biden ha sempre più segnalato il sostegno a uno Stato palestinese, con un’Autorità palestinese riformata al comando sia in Cisgiordania che a Gaza, mentre cerca un modo per porre fine alla guerra in corso in cui Israele sta cercando di eliminare Hamas dalla Striscia di Gaza. 

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Il premier israeliano Benjamin Netanyahu, invece, si oppone da decenni a uno Stato palestinese e guida un governo di estrema destra con membri ostili all’Autorità Palestinese, che detiene un’autonomia limitata in alcune zone della Cisgiordania. In base a una legislazione statunitense di lunga data, gli Stati Uniti sono tenuti a tagliare i finanziamenti alle agenzie delle Nazioni Unite che concedono la piena adesione a uno Stato palestinese. La legge è stata applicata in modo selettivo. 

Gli Stati Uniti hanno tagliato i finanziamenti nel 2011 e successivamente si sono ritirati dall’agenzia culturale e scientifica dell’ONU, l’UNESCO, per poi rientrarvi l’anno scorso sotto il presidente Joe Biden. 

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