Un tragico bilancio: ci sono stati 64 uccisi e 105 feriti tra cui donne e bambini, sono morte durante i nuovi raid aerei israeliani che hanno colpito ieri sera i campi profughi di Burej e di Nuseirat, nel centro della Striscia di Gaza.
Lo riferisce l’agenzia Anadolu, secondo la quale nei bombardamenti ha perso la vita il giornalista Moatasem Ghorab, che sarebbe il centosessantaduesimo cronista a perdere la vita dall’inizio del conflitto innescato dall’attacco di Hamas dello scorso 7 ottobre.
L’esercito israeliano, da parte sua, ha riferito in un comunicato di aver «effettuato operazioni selettive contro molteplici strutture militari» nel centro della Striscia dove erano stati rinvenuti «vari tipi di armi» e di aver scoperto nuove «infrastrutture terroristiche» nell’area di Rafah, a Sud del territorio palestinese, dove sarebbe stata eliminata una «cellula armata» che aveva affrontato le truppe di Tel Aviv.
Le forze armate israeliane fanno sapere poi di avere localizzato e smantellato «tunnel terroristici e infrastrutture sotterranee» nella zona di Tal al Sultan, nei pressi di Rafah. Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, è atteso domani a Washington, dove si rivolgerà a una sessione congiunta del Congresso americano senza aver ancora accettato la proposta di tregua con Hamas, mediata dagli Stati Uniti, che consentirebbe il rilascio degli ostaggi, come richiesto dalle famiglie.