Ustica e i suoi segreti: perché Italia, Francia e Nato fanno una pessima figura
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Ustica e i suoi segreti: perché Italia, Francia e Nato fanno una pessima figura

L’ex-presidente del consiglio Giuliano Amato dichiara in un’intervista pubblicata che la tragedia di Ustica del 27 giugno 1980, con la caduta in mare del DC-9 dell’Itavia, fu causata da un missile dell’aviazione francese

Ustica e i suoi segreti: perché Italia, Francia e Nato fanno una pessima figura
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Seba Pezzani Modifica articolo

3 Settembre 2023 - 12.56


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L’ex-presidente del consiglio Giuliano Amato dichiara in un’intervista pubblicata che la tragedia di Ustica del 27 giugno 1980, con la caduta in mare del DC-9 dell’Itavia, fu causata da un missile dell’aviazione francese durante uno scontro aereo che aveva come vero obiettivo l’uccisione di Mu‘ammar Gheddafi, in volo su un aereo militare libico. Gheddafi stesso sarebbe sfuggito alla trappola perché l’allora primo ministro, Bettino Craxi, lo avrebbe allertato di un possibile attentato mascherato da finta esercitazione NATO. Una dichiarazione destinata a far rumore non nella sostanza, dato che la tesi dello scontro aereo è un fatto appurato ormai da anni. A sconcertare è il momento, oltre che la forma della denuncia. E, ancora una volta, a rendere più inquietante il quadro è che a esprimerla sia uno dei massimi servitori dello Stato.

E dello Stato è il segreto che da quell’infausto giorno impedisce al popolo italiano di conoscere una verità scomoda ma davanti agli occhi di tutti e ai familiari delle vittime innocenti di quell’esplosione di chiudere almeno formalmente un capitolo tristissimo. E che dire del titolare dell’Itavia, oggetto di una campagna denigratoria il cui unico scopo era un imbarazzante scarico di responsabilità?

Qualcuno sentenzierà che era ora che un politico di primo piano rompesse quel fragoroso muro di silenzio. Ma perché attendere tanto? Dando ragione al crescente complottismo di questi tempi, si potrebbe ipotizzare che ci sia qualcosa di, manco a dirlo, poco chiaro nelle parole dell’onorevole Giuliano Amato, qualcosa attinente a scenari internazionali contingenti. Comunque si giudichi la decisione dell’onorevole Amato di spezzare quella continuità, qualche risultato positivo ne discenderà.

Ma rimane una mestizia profonda nel constatare che questo nostro paese non vuole crescere. Un paese serio e cristallino non dovrebbe mai permettere l’esistenza di segreti di stato. Semplicemente perché un paese serio e cristallino di tali segreti non dovrebbe averne. Invece, sappiamo bene quante volte ci siamo trincerati dietro segreti di stato che, semmai, sembravano segreti di Pulcinella.

Oggi non si chiude nessun capitolo. Semmai, sarebbe bene che se ne aprissero tanti.

La storia della Repubblica dal dopoguerra a oggi ne è costellata.

Il dibattito infuria tra chi sostiene che non più c’è nessun segreto di stato sulla vicenda Ustica e chi non ne è del tutto convinto, tra chi dice che Gheddafi si salvò per una soffiata dei servizi segreti italiani imbeccati da Craxi in persona e chi, invece, lo nega in modo assoluto. E via dicendo.

Non ci si fa ancora una volta una gran figura. Nemmeno invocando chiarezza e scuse da parte del governo francese e, nella fattispecie, del presidente Macron. In fondo, da quanto tempo l’onorevole Amato, e con lui l’intero vertice nazionale, era al corrente di questa verità? La Francia non ci fa a sua volta una bella figura. Quanto alla NATO, è l’ennesima figuraccia che va ad aggiungersi a un lungo elenco di finzioni vergognose.

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